Nel tardo XI secolo, un gentiluomo chiamato Alan fitzFlaald arrivò in Inghilterra dalla Bretagna. Entrò a far parte della famiglia di Henry I (Enrico I d’Inghilterra) e divenne un ricco Lord. Alla sua morte lasciò tre figli: il primogenito, Jordan, ereditò le proprietà del padre in Bretagna mentre al secondo, William, venne affidato il patrimonio famigliare inglese. Il figlio più giovane, Walter, vedendo poche prospettive di trarre qualche vantaggio economico nei due Paesi, decise di tentare la fortuna alla corte di David I di Scozia. La sua si rivelò una scelta davvero azzeccata! I discendenti di Jordan non acquisirono mai titoli più elevati del cavalierato, quelli di William diventarono Conti di Arundel (antichissimo titolo nobiliare inglese), mentre Walter FitzAlan fondò una dinastia che avrebbe regnato non solo sulla Scozia ma su tutta la Gran Bretagna.
STORIA
Al giorno d’oggi tutti hanno un cognome ma nella Scozia del XII secolo non erano del tutto comuni. La maggior parte delle persone erano conosciute con il nome di battesimo e con il nome del padre – come per esempio Kennet MacAlpin o Walter fitzAlan, dove Mac e fitz significano ‘figlio di’. Un altro modo di distinguere due persone con lo stesso nome era quello di attribuire soprannomi adatti alle loro qualità o cariche, come per esempio “il Conquistatore”, o “the Lion” (il leone). Si stava inoltre diffondendo l’usanza di collegare una persona al luogo di provenienza (Robert Bruce o ‘De Brus’ proveniente da Brus, oggi Brix, in Normandia) oppure dove viveva (per esempio Archibald of Douglas). La pratica di attribuire un cognome in base al mestiere stava prendendo piede proprio in quel periodo e una delle prime famiglie a farlo furono proprio gli Stewart.
Poco dopo essersi stabilito in Scozia, Walter fitzAlan (morto nel 1177), fu nominato “High Steward of Scotland” (ossia ‘assistente’ della famiglia reale, una sorta di primo ministro) del Re David in persona, con la responsabilità di governare la tenuta reale. La nomina non giunse inaspettata: gli antenati di Walter avevano servito con steward alla corte di Dol, in Bretagna. Walter svolse diligentemente il suo lavoro e la carica divenne presto ereditaria: suo nipote, Walter il III Steward, fu il primo ad adottare il cognome Stewart.
Oltre a nominare Walter suo Steward, il re David gli elargì grandi proprietà nella Scozia meridionale, soprattutto nel Renfrewshire e nel nord Ayrshire. Ma la sua non era solo una ricompensa per il leale servizio. Nel XII secolo il Firth of Clyde rappresentava il confine tra la Scozia e la Norvegia: il fratello maggiore di David, re Edgar, aveva ceduto la sovranità sulle Isole Ebridi al Re Magnus Barelegs nel 1098 e così a David serviva qualcuno di affidabile che lo aiutasse a difendere il suo reame dai discendenti dei Vichinghi e a riconquistare i territori perduti. Walter the Steward e i suoi eredi non lo delusero. Nel 1164 Walter respinse un’enorme flotta di navi che portavano la bandiera del potente condottiero Somerled. L’autonominatosi ‘Lord of the Isles’, Signore delle Isole e antenato del Clan MacDonald, fu ucciso durante la battaglia e lo Steward portò la sua testa alla cattedrale di Glasgow come un trofeo.
La sconfitta di Somerled rappresentò il punto di svolta: entro il 1200 Alan, il secondo Steward, aveva riconquistato l’isola di Bute per la Corona Scozzese. I re norvegesi furono costretti a difendersi. Ad un’invasione fallita nel 1230, ne seguì un seconda nel 1263, con Hakon IV re di Norvegia che comandava di persona la sua flotta. Nel settembre dello stesso anno egli navigò nel Clyde e combatté una sanguinosa ma non decisiva battaglia con Alexander, il quarto Steward, a Largs. Hakon fu costretto a ritirarsi, provato più dal tempo che dalle forze scozzesi: l’ultimo dei conquistatori norvegesi nella Scozia occidentale.

Trenta anni dopo che gli Stewart aiutarono il loro sovrano a scacciare l’invasore, vennero chiamati per respingerne un altro. Le Guerre d’Indipendenza con l’Inghilterra che scoppiarono nel 1296 arrivarono quasi a cancellare l’indipendenza scozzese: la sua sopravvivenza fu dovuta al coraggio di molte persone, ricordate o meno, primi fra tutti proprio gli Stewart. James, il quinto Steward, combatté a fianco di William Wallace a Falkirk nel 1298 e divenne uno dei più grandi sostenitori di Robert Bruce. Per ringraziarlo, quest’ultimo elargì grandi favori al giovane figlio del suo adepto, Walter il sesto Steward, affidandogli il comando, assieme a Sir James Douglas, di una brigata a Bannockburn (1314). In seguito alla gloriosa vittoria, Bruce diede a Walter sua figlia Marjorie in sposa: questo atto segnò l’inizio dell’egemonia degli Stuart, rafforzata dalla nascita, nel marzo 1316, del figlio di Walter e Marjorie, Robert, che aveva chiaramente sangue reale. A re Robert I Bruce succedette il figlio David II ma alla morte di quest’ultimo, avvenuta senza eredi, nel 1371, salì al trono proprio Robert II Stuart, figlio di Walter e Marjorie: si estingueva il casato reale dei Bruce ed iniziava la dinastia regnante degli Stewart, che sarebbe rimasta al potere per ben 336 anni.

Anche prima che gli Stewart diventassero ‘Reali’ la famiglia si era espansa dalla loro sede nel Renfrewshire: uno dei primi fu Walter, il fratello più giovane del 1° Steward, che nel 1261 acquisì tramite matrimonio la contea di Menteith, nei pressi di Stirling. Il suo patrimonio non includeva solo la zona centrale dei Trossachs ma anche territori più a Ovest, come il Knapdale nell’Argyll. Un altro importante discendente fu John, il secondo figlio del quarto Steward, che divenne Lord di Bonkyl, nel Berwickshire, e che morì alla battaglia di Falkirk nel 1298. I suoi sette figli crearono un immenso patrimonio da cui si diramarono gli Stewart Conti di Angus, Galloway e Lennox (da questi ultimi discendeva Darnley, il secondo marito di Mary Queen of Scots) e quelli di Appin, Lorn e Innermeath e Rosyth. Quando, nel 1371, Robert II divenne il VII Steward, le proprietà del casato crebbero grazie alle generose concessioni del sovrano: nuove terre e nuovi titoli vennero affidati agli Stewart, la maggior parte dei quali confiscati ad altre nobili dinastie, come per esempio ai Douglas. Gli Stewart si ritrovarono così proprietari dei primi quattro Ducati creati in Scozia e di ben sedici Contee, ma il loro numero andava crescendo sempre più: non si trovava facilmente nel reame un luogo senza l’ombra degli Stewart.
Da Galloway alle Shetland nome, titoli, fatti e misfatti di questa potente famiglia dominarono le pagine della storia scozzese. Tra i rampolli del casato che governarono il reame spiccano i nomi di Robert, I Duca di Albany conosciuto come “il re non incoronato”, John, IV Duca di Albany cresciuto in Francia e che non conosceva nemmeno una parola scozzese e James, Conte Moray, che ricoprì la carica di reggente dal 1567 fino al suo assassino, avvenuto tre anni dopo. Come figlio di James V, avrebbe dovuto essere incoronato al posto di sua sorella minore, Mary Stuart, Queen of Scots, se solo fosse stato riconosciuto e legittimato dal padre che aveva generato ben sei figli illegittimi. Meno memorabile fu la carriera di Alexander, I Conte di Buchan, uno dei quattordici figli di Robert II e fondatore degli Stewart of Atholl. Si guadagnò il suo nomignolo “The Wolf of Badenoch” (il lupo di Badenoch) conducendo la sua banda soprannominata ‘wyld wykked Helandmen’ fuori dal loro nascondiglio nel Cairngorms per bruciare e saccheggiare villaggi nella zona di Moray. Ad un altro noto Stewart, Patrick Conte of Orkney (Isole Orcadi), venne affibbiato il soprannome “Black Patie” perché il suo fu un regno del terrore nelle Isole Orcadi e Shetland: fu così empio, così crudele, che al momento della sua decapitazione, avvenuta ad Edimburgo nel 1615, l’esecuzione venne posticipata per permettergli di imparare a memoria tutte le preghiere di assoluzione!

Visti i generosi privilegi ricevuti, ci si sarebbe aspettati che gli Stewart sarebbero rimasti fedeli alla causa dei loro parenti della famiglia reale. Ma non fu sempre così, soprattutto durante il periodo delle Rivolte Giacobite, quando James VII di Scozia e II d’Inghilterra fu esiliato e i suoi eredi, il ‘Vecchio’ e il ‘Giovane’ Pretendente, tentarono di ristabilire la successione Stuart al trono. Quando Culloden portò il movimento Giacobita ad una fine disastrosa nel 1746, c’erano molte migliaia di Stewart in Scozia, ma solo gli Stewart of Atholl e Appin combatterono nelle linee giacobite.
I SOVRANI STUART
Il casato degli Stewart, o Stuart, regnò sul Regno di Scozia per 336 anni, tra il 1371 e il 1707, con una breve interruzione tra il 1649 e il 1660 dovuta all’istituzione del Commonwealth o Repubblica Parlamentare ad opera di Oliver Cromwell. Dopo la morte di Elisabetta I d’Inghilterra (1603), l’ultima monarca della dinastia Tudor, il casato degli Stuart le succedette sui troni di Inghilterra e Irlanda, oltre che a mantenere anche quello scozzese: James V di Scozia fu anche I d’Inghilterra. Nel 1707, quando venne promulgato l’Union Act, l’atto di unione che vedeva la Scozia privata della sua indipendenza e la nascita del Regno di Gran Bretagna, il loro posto come famiglia reale venne preso dai lontani cugini Hannover, designati da un atto parlamentare (Act of Settlement) a succedere nella linea dinastica alla morte dell’ultima sovrana Stuart, Anna. Esclusi dalla linea di discendenza, gli Stuart tentarono varie volte di riprendersi il loro legittimo trono: James VII di Scozia e II d’Inghilterra in primis, il cui regno fu interrotto con l’esilio in seguito alla Gloriosa Rivoluzione di Guglielmo d’Orange, suo genero, e successivamente suo figlio, James Francis Edward Stuart (il vecchio pretendente) e suo nipote, Charles Edward Stuart (il giovane pretendente). Questi, conosciuto come Bonnie Prince Charlie, fu il protagonista dell’ultimo, disperato tentativo di riprendersi il trono scozzese, conclusosi drammaticamente con la battaglia di Culloden. Gli Stuart e i loro sostenitori vennero definitivamente sconfitti. La dinastia reale degli Stuart si estinse nel 1807 con la morte di Henry Stuart, fratello del Bonnie Prince e ultimo figlio legittimo di James Francis Stewart, che era un cardinale cattolico.

La più celebre tra i regnanti di questa dinastia fu senza ombra di dubbio Mary, che fu anche la prima a cambiare il cognome da Stewart a Stuart, pronunciato cioè alla maniera francese proprio perché Mary passò tutta la sua giovinezza presso la corte del re di Francia. Per saperne di più su Mary, Queen of Scots, e la sua drammatica storia, potete leggere una sua breve biografia qui.
SIMBOLI
Clan Crest:
Motto:
Virescit vulnere virtus, dal latino “il coraggio cresce più forte con una ferita”
Plant Badge:
Ogni clan aveva una pianta distintiva, della quale un rametto veniva messo sul bonnet, tipico cappello scozzese. Nel caso del Clan Fraser, la pianta è il cardo
Tartan:

Curiosità:
Il clan Stewart non ha un Chief, un capo: per questo fa parte degli “Armigerous Clan“, ossia l’insieme del clan senza il proprio Chief. Il XIII Conte di Galloway, Randolph Stewart, è considerato come una sorta di guida, il cosiddetto ‘cadetto anziano’ (senior cadet), ma non è propriamente il Clan Chief. Randolph, nato nel 1928, ha avuto una vita difficile: ancora da piccolo gli è stata diagnosticata la schizofrenia, gli è stato indotto il coma insulinico a scopo terapeutico ed è stato infine lobotomizzato a 23 anni. Ha passato la maggior parte della sua vita in manicomi o case di cura. Spostato con una donna della classe operaria, Mary Budge, non ha figli e quindi eredi. La contea e tutti le signorie del Lord di Galloway passeranno quindi al secondo cugino di Randolph.
Rami del Clan:
Stewart of Galloway, Stewart of Appin, Stewart of Atholl, Stewart of Bute, Stewart of Balanquhidder, Stewart of Darnley.

CASTELLI
Il tempo non è stato clemente coi castelli dei primi Stewart. I resti della loro antica sede di Renfrew (nei pressi di Glasgow), costruita dal primo Steward al suo arrivo in Scozia nel 1130, sono oggi coperti da strade asfaltate. Fortunatamente il castello di Robert Croc, uno dei suoi cavalieri ed affittuari, è sopravvissuto al passare del tempo per darci almeno l’idea di come sarebbe potuto essere Renfrew Castle: si può supporre che si sia trattato di una grande fortezza, circondata da fossati riempiti d’acqua e protetta da una possente palizzata di legno. Crookston Castle, vicino a Paisley, domina tutt’ora la zona grazie alla sua posizione in cima a una collina e rimane ben visibile il suo fossato circolare.
Poco sopravvive anche della seconda fortezza costruita dai primi Steward, Dundonald Castle vicino a Kilmarnock, nell’Ayrshire: venne ricostruito più volte nel corso degli anni, prima dal IV Steward e poi dal primo ‘Royal Stewart’, re Robert II.

Il secondo Steward costruì un castello, tutt’ora intatto, sull’Isola di Bute attorno al 1200… e che castello! Rothesay Catle non fu solo uno dei primi castelli in muratura dell’intera Scozia, ma era anche il primo ad avere una forma circolare. Solo una manciata di castelli di questo genere furono costruiti in Gran Bretagna, il più famoso Windsor, costruito da Henry I, l’ex datore di lavoro di Alan fitzFlaald. La forma di Rothesay non è la sua unica caratteristica: murato nelle mura di cinta postume, si trova l’originale parapetto merlato dal quale la guarnigione difese due volte il castello contro i potenti Vichinghi. Nel 1230 gli invasori della Norvegia riuscirono a schivare le frecce e la pece bollente per poi prendere le mura a colpi d’ascia per entrare. La vulnerabilità del castello spinse il quarto Steward ad aggiungere le quattro torri sporgenti rotonde alle mura originali. L’imponente gatehouse (edificio sopra il cancello d’entrata) rettangolare fu aggiunta solo successivamente dal suo discendente, James IV, attorno al 1500.

Mentre Alexander stava aggiungendo le torri circolari a Rothersay, il suo fratello minore Walter Stewart Conte di Menteith, stava costruendo un altro castello a Skipness, nella sua proprietà appena acquistata, a Knapdale, Argyll. Anche qui gli Stewart crearono qualcosa di inusuale, dato che le feritoie a forma di croce lungo le mura occidentali sono uniche nel suo genere nell’intera Scozia. Sembra che questa forma fosse stata una delle preferite di Walter ed esempi simili sono stati successivamente scoperti anche in altri due dei suoi castelli, Brodick e Doune.
Doune Castle è generalmente associato a Robert Stewart, I Duca d’Albany e Governatore per conto del suo debole fratello, Robert III. Albany governò per almeno 20 anni fino alla sua morte, nel 1420, alla veneranda età di 80 anni. Il castello di Doune è caratterizzato dagli ampissimi spazi e dalle enormi cucine, un magnifico esempio di fortezza medievale scozzese. Tutto il contrario è il Loch an Eilean Castle nei Cairngorms, associato con il fratello minore del Duca d’Albany, Alexander ‘Wolf of Badenoch’. Il castello, che sorge su di un isola al centro di un lago, era il nascondiglio perfetto per il parente di una famiglia reale che era uscito dai binari e aveva estorto col ricatto al Vescovo Bur di Moray la dichiarazione della sua fedeltà coniugale. Nel 1390, Alexander ‘the Wolf’ si vendicò, guidando la sua banda armata fuori dalla sua proprietà fino a Elgin, dove incendiarono la cattedrale. Come risposta il Vescovo lo scomunicò. Gli uomini al servizio di ‘the Wolf’ provenivano probabilmente da vari clan, ed Alexander fondò il proprio, gli Stewart of Atholl, nel Pertshire. La loro sede divenne Blair Castle, vicino alla cattedrale di Dunkeld, dove the Wolf venne infine sepolto nel 1406. Blair fu la residenza dei Conti e Duchi di Atholl per secoli, ma rimane poco di realmente medievale dietro le sue pareti imbiancate.

Un’altra sede degli Stewart of Atholl, Balvenie Castle a Glen Fiddich, se l’è cavata meglio. John, il IV Conte, costruì un nuovo edificio in un angolo dell’antico castello costruito dai potenti Comyn (Clan Cumming) nel XIII secolo. Un pannello di pietra nei pressi dell’entrata reca il suo blasone e il motto di famiglia ‘Furth fortum and fil thi fatris’ (vai avanti con la fortuna e riempi i tuoi forzieri). Il Conte accolse Mary Queen of Scots nella sua nuova residenza nel 1562.
Per quanto ne sappiamo, gli Stewart of Appin non ricevettero mai visitatori importanti nel loro Castle Stalker, costruito sulla piccola “Eilean an Stalcaire”, l’isola del cacciatore, nel Loch Linnhe, ma è possibile che James V passò poco lontano dal castello durante la sua spedizione navale contro il Lord of the Isles, nel 1540. Ugualmente, pare che nessun visitatore importante si sia mai recato nei castelli costruiti da Patrick Stewart, Conte delle Isole Orcadi e Signore delle Shetland: chiunque sarebbe rimasto colpito dalla loro qualità e raffinatezza, in particolar modo il Kirkwall Palace, sede del Conte. Il fatto che James VI non abbia mai visitato questi castelli è da attribuire tanto alla distanza quanto alla personalità del suo congiunto. Black Patie, com’era soprannominato Patrick, era una persona davvero spregevole ed esercitò una tirannia inimmaginabile sugli abitanti delle Isole, trattandoli come schiavi per costruire il suo nuovo palazzo a Kirkwall e le sue residenze a Scalloway e a Jarlshof sulle Shetland.

I monarchi erano molto più inclini a visitare i castelli delle Lowlands dei loro congiunti Stewart. nel 1568, Francis Stewart, V Conte Bothwell, accolse James VI alla sua nuova ed innovativa residenza a Crichton Castle nel Midlothian. Solo quattro anni dopo egli tentò di rapire James mentre si trovava a Holyroodhouse ad Edimburgo. Gli Stewarts of Traquair, nel loro magnifico castello vicino a Peebles accoglievano frequentemente e loro congiunti reali, ospitandoli per la notte: tra tutti spiccano i nomi di Mary Queen of Scots e il suo secondo marito Darnley, nel 1566 e il Prince Charles Edward nel 1745, prima della sua marcia verso l’Inghilterra. La storia narra che Bonnie Prince Charlie entrò dalla cosiddetta ‘Porta dell’orso’, che venne chiusa a chiave una volta che il principe ebbe lasciato il castello. Nel chiudere la porta il Conte giurò che non l’avrebbe più riaperta fino a che un altro Stuart non si fosse seduto di nuovo sul trono della Gran Bretagna. ‘The steekit yetts’, ovvero i cancelli bloccati, rimangono tutt’oggi chiusi.
