Breve storia della Scozia – Parte 1: Dal Regno d’Alba alla battaglia di Bannockburn

[Per la storia antica vedere questo articolo]
[Per una lista di re e regine scozzese vedere questo articolo]

È il 1707. Dopo quasi 400 anni di indipendenza la Scozia ritorna sotto il dominio del governo inglese. Attraverso il cosiddetto Atto di Unione (Act of Union), votato dal Parlamento d’Inghilterra e dal Parlamento di Scozia, persuaso dai vantaggi economici promessi, venne creato il Regno di Gran Bretagna e si sciolsero i due parlamenti (inglese e scozzese), rimpiazzandoli con il nuovo Parlamento della Gran Bretagna. Ma come si arrivò all’Atto di Unione? La storia di della Scozia è la storia della lotta per l’affermazione della propria libertà nei confronti del secolare espansionismo della vicina Inghilterra ma anche la lotta per la sopravvivenza della fede soggetta ad una persecuzione durata secoli. È la storia di un popolo fiero ed orgoglioso che ha affrontato lotte, battaglie e oppressioni ma che non ha mai perso la propria speranza di libertà ed il proprio senso di appartenenza. È la storia di una cultura ricca ed antica, che è sopravvissuta nonostante i brutali tentativi di sradicarla e farla morire.

Nel 1286 muore in una accidentale caduta da cavallo Re Alexander III, ultimo dei discendenti della famiglia MacAlpine, dinastia di sovrani che aveva unificato e creato la Nazione: a partire dall’843, e seguendo le orme di Kenneth I di Scozia, erano riusciti nell’intento di unire le popolazioni celtiche degli scoti e dei pitti, antichi e primi abitanti della Scozia e a scacciare gli invasori vichinghi e sassoni, dando vita a quello che venne chiamato Regno d’Alba.

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Edoardo I Plantageneto

Poiché tutti i figli di Alessandro erano morti prima del padre, l’erede al trono era la nipotina Margaret, una bimba di tre anni, affidata ai Guardiani di Scozia, un gruppo di tutori formato da nobili e vescovi, che detenevano la reggenza del Regno. Purtroppo la piccola Margaret non arrivò nemmeno ad essere incoronata, poiché morì nel 1290, all’età di sette anni. La scozia era rimasta così senza un re e senza un erede. In 14 rivendicarono il trono, e per evitare una guerra civile venne chiesto ad Edoardo Plantageneto, re d’Inghilterra, di intervenire come mediatore.

Egli, sovrano astuto ed intelligente, accettò l’incarico, bramando però di estendere il suo dominio anche ai territori scozzesi. Tra i pretendenti al trono scelse John Baliol, Lord di Galloway, che venne incoronato re nel novembre 1292 nell’abbazia di Scone. Edoardo fece subito intendere che considerava la Scozia come uno stato vassallo e che si aspettava di essere supportato nella guerra che intendeva avviare contro i francesi. Le idee di Balliol però erano differenti: strinse dei patti con i francesi, informandoli delle intenzioni del sovrano di Inghilterra, e negoziò un trattato con il quale gli scozzesi avrebbero invaso l’Inghilterra se questa avesse invaso la Francia, e in cambio i francesi avrebbero sostenuto gli scozzesi. L’alleanza franco-scozzese, nota in seguito come Auld Alliance, fu rinnovata spesso fino al 1560.

william_wallace-1Edoardo non accettò quest’oltraggio nei suoi confronti e, nel 1296, raccolse un’enorme armata e invase la Scozia, deponendo Baliol, annettendo il regno all’Inghilterra e dichiarandosene Re. La Scozia cessava dunque di essere uno Stato, divenendo parte del Regno d’Inghilterra governato da Edoardo I. Fu allora che tra la gente delle Highlands iniziò a crescere il senso di essere Nazione, la voglia di riprendersi la propria libertà, portata via così, da chi era venuto per dare aiuto in un momento di crisi politica, e presero il via le prime rivolte contro il governo inglese, note come guerre d’indipendenza scozzesi, che obbligarono Edoardo a continue repressioni ed interventi per mantenere il suo dominio sul regno neo ammesso. Simbolo della rivolta fu il celebre William Wallace (1270-1305), eroe nazionale che si battè al grido di “Per la libertà!!!”, ricordato per la sua vittoria presso Stirling Bridge, ma che fu poi catturato dopo la sconfitta alla battaglia di Falkirk e giustiziato brutalmente (vedi l’articolo dedicato a Willaim Wallace qui). Aderì alla causa scozzese anche uno dei cavalieri di Edoardo, Robert Bruce, quello stesso Bruce che, qualche anno dopo, sarebbe diventato Re di Scozia.

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Robert Bruce

 La ribellione cresceva sempre più, ed Edoardo non riuscì a portare a termine il suo intento di conquista poiché morì di broncopolmonite, lasciando come erede il figlio Edoardo II, che non aveva certo la stessa indole guerriera del padre. Bruce, che aveva diritti dinastici al trono scozzese poiché il suo trisnonno paterno era stato Re Davide di Scozia, diede il via ad una rivolta per riconquistare l’indipendenza scozzese. Il 23 giugno 1314 ebbe luogo la più grande delle vittorie, poichè diede alla Scozia la libertà e a Bruce il trono: la Battaglia di Bannockburn. Edoardo II era arrivato nei pressi di Stirling con un enorme esercito di, pare, circa 25.000 uomini, deciso a schiacciare una volta per tutte le ribellioni scozzesi. L’esercito guidato da Robert Bruce era in netta inferiorità numerica poiché sfiorava a malapena i 10.000 uomini, ma gli Highlanders erano animati da una così forte determinazione e da un così ardente coraggio, che vinsero la battaglia contro gli invasori inglesi. La Scozia era di nuovo libera!

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Trascorsi un paio d’anni dalla battaglia di Bannockburn, e con la minaccia inglese nonostante tutto sempre alle porte, si radicò la volontà di sancire ufficialmente, davanti a Dio e agli uomini, il diritto della Scozia ad essere una Nazione libera. Nel 1320 venne stilata la Dichiarazione di Arbroath, una lettera inviata al Papa Giovanni XXII in cui si richiedeva di legittimare l’indipendenza scozzese, scritta in un fluente latino e sottoscritta da 51 nobili e capi clan. Sembra che il Papa prestò una certa attenzione al caso scozzese, tuttavia la sua influenza non era abbastanza forte. Si tratta di una bellissima dichiarazione di appartenenza, di amore per la propria terra e per il proprio popolo, di volontà di giustizia e verità. Un passaggio in particolare è stato citato spesso:

« …perché, fino a che anche solo un centinaio di noi rimarrà vivo, mai noi saremo condotti sotto il dominio Inglese, a nessuna condizione. In verità non è per la gloria, né per le ricchezze, né per gli onori che noi stiamo combattendo, ma per la libertà – per quella soltanto, a cui nessun uomo retto rinuncerebbe, anche a prezzo della sua stessa vita».

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L’indipendenza scozzese fu ratificata ufficialmente solo 14 anni dopo, il 17 marzo 1328, con il Trattato di Edimburgo-Northampton, stipulato tra il Regno d’Inghilterra e il Regno di Scozia e che pose fine alla prima guerra d’indipendenza scozzese. Il trattato venne firmato ad Edimburgo da Re Robert I Bruce e successivamente ratificato dal Parlamento Inglese a Northampton il primo maggio. L’effetto più importante del trattato fu il riconoscimento da parte del regno d’Inghilterra della piena indipendenza del regno di Scozia. L’accordo prevedeva che la nuova pace tra i due regni venisse sancita e rafforzata ulteriormente con la promessa di matrimonio tra l’erede di Roberto Bruce, David e la figlia di Edoardo II, Giovanna Plantageneto.

Dopo la Battaglia di Bannockburn e la riconquistata libertà, la Scozia visse un lungo periodo di pace e prosperità anche se nonostante il trattato del 1328 la minaccia inglese era sempre presente. Questo periodo tranquillo però terminò bruscamente a metà del XVI secolo. Robert Bruce era morto e gli era succeduto il figlio David, che regnò per 42 lunghi anni ma che, alla sua morte, avvenuta nel 1371, non lasciò eredi: con David moriva la dinastia dei Bruce, ma ne nasceva un’altra che divenne celebre nella storia e che regnò sulla Scozia per ben 336 anni. Il primo in linea di successione al trono era il nipote di Robert, figlio di sua sorella Marjorie, che si era sposata con Walter, “High Stewart (ovvero gran siniscalco) di Scozia”, la cui famiglia vantava un’ipotetica discendenza dal leggendario re degli Scoti Fergus il Grande, e che aveva poi cambiato il proprio cognome in Stuart. Il nipote di Bruce venne incoronato col nome di Robert II Stuart e durante il suo regno rafforzò i legami dell’Auld Alliance con la Francia, ottenendo un valido alleato nel conflitto con gli inglesi, ma permettendo anche all’economia, alla cultura e alla religione di prosperare e di fiorire. Egli si cimentò anche nel difficile compito, portato avanti poi dai suoi successori, di integrare il sistema dei Clan in un regno unitario, nonostante i frequenti scontri tra di loro e la ribellione ad ogni tipo di autorità, anche alla corona scozzese stessa.


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FONTE: Il cardo e la Croce, Paolo Gulisano

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