William Wallace, la vera storia dell’eroe scozzese di Braveheart

Uno dei personaggi scozzesi più celebri, simbolo della lotta per la libertà e l’indipendenza della Scozia, è certamente William Wallace, la cui fama è andata diffondendosi con l’uscita del film del 1995 “Braveheart – cuore impavido”, diretto ed interpretato da Mel Gibson e vincitore di 5 premi Oscar.

In verità della vita di Wallace non si conosce molto, e tutto ciò che sappiamo ad oggi è sospeso tra la realtà e la leggenda che si è andata a creare attorno alla sua figura nel corso dei secoli. Certo è che fosse un uomo alto, talmente alto da sembrare un gigante, con gambe e braccia lunghissime. La data della sua nascita è sconosciuta e i dettagli sulla sua giovinezza arrivati fino a noi sono pochi: ci si basa infatti prevalentemente su un resoconto scritto due secoli dopo da Harry il Cieco, un cantastorie scozzese.

wallace

Secondo questo resoconto pare che William Wallace sia nato attorno all’anno 1270 a Elderslie, nel Renfrewshire, vicino a Glasgow. Suo padre era Sir Malcolm Wallace di Riccarton, di origine gallese, e sua madre, della quale non si conosce il nome, era una donna molto credente. Aveva altri due fratelli che si chiamavano Malcolm e John. Tutti e tre, dopo essere rimasti orfani, vennero allevati da due zii che erano sacerdoti, ricevendo un’educazione superiore alla media dell’epoca, tanto che lo stesso Wallace conosceva sia il francese che il latino. Si dice che William fosse una persona molto credente e che frequentemente si recasse in pellegrinaggio a Dunfermline, Stirling e Strathaven, e addirittura che fosse stato avviato al servizio sacerdotale, ma l’assassinio del padre avvenuto nel 1291 per mano di alcuni soldati inglesi, lo portarono su una via ben diversa da quella religiosa.

WILIIAM WALLACE

La Scozia all’epoca di Wallace era soggetta al governo inglese da quando nel 1286 il re d’Inghilterra Edoardo I Plantageneto era stato invitato come mediatore per decidere della successione al trono scozzese, rimasto vacante a seguito della morte di Alexander III MacAlpline prima, e della sua nipotina nonché erede Margaret poi. Edoardo I aveva agito secondo i propri interessi, con la volontà di estendere il dominio inglese anche sulle Highlands, che invase dopo aver deposto il re che egli stesso aveva designato per il Regno di Scozia, John Balliol. È in questo periodo che presero il via le prime guerre d’indipendenza scozzesi e che Wallace divenne un leader nella ribellione del popolo, che voleva riacquistare la libertà perduta.

guerre indipendenza scozzesi

La sua ascesa ebbe inizio nel 1297: secondo una leggenda locale dell’Ayrshire, Wallace venne fermato da due soldati inglesi per dei pesci che aveva pescato senza permesso. La discussione finì in tragedia, con Wallace che uccise i soldati: venne immediatamente emesso un mandato per il suo arresto. Da quel giorno Wallace si nascose nella foresta di Selkirk e prese parte ad una serie di rivolte e lotte contro il governo inglese, guidando i suoi uomini con efficienza, talvolta barbaramente, spinto dalla sua voglia di vendetta contro il governo inglese e dal suo amore per la Scozia. Quello stesso anno si unì all’esercito di Sir Andrew Monray, primogenito di una famiglia nobile che aveva dato il via ad un’altra sollevazione nel Nord-Ovest del Paese: a Stirling le forze di Wallace e Monray si prepararono ad incontrare e sfidare gli inglesi.

Ciò che ne seguì fu la celebre Battaglia di Stirling Bridge, avvenuta l’11 settembre 1297 contro l’esercito inglese condotto da John de Warenne, Conte di Surrey e Hugh de Cressingham, l’esattore delle tasse scozzesi per Edoardo I. Nonostante la netta inferiorità numerica (si stima che le forze scozzesi fossero un terzo di quelle inglesi), gli Highlander riportarono una decisiva vittoria grazie all’ottima strategia messa a punto da Wallace e Monray. L’esercito scozzese si posizionò al di là del fiume Forth nei pressi del vecchio ponte di Stirling, che all’epoca era costruito in legno ed era talmente stretto che solo poche persone potevano attraversarlo assieme. Dopo aver lasciato passare una parte dell’esercito nemico, gli scozzesi diedero inizio all’attacco frontale, e contemporaneamente un contingente che aveva attraversato il fiume ad un guado poco distante, bloccava la ritirata nelle retrovie. Presi dal panico e trovatisi in una posizione scomoda – si trovavano in una specie di imbuto, con le vie di fuga bloccate – i soldati inglesi si ritirarono e sotto il loro peso il ponte crollò, facendone affogare molti. Durante la battaglia perse la vita anche Andrew Monray, che era diventato un grande amico di Wallace, il quale si trovava ora a combattere da solo la sua battaglia per la libertà.

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La battaglia di Stirling Bridge

L’anno seguente, nel 1298, William Wallace venne nominato dai potenti scozzesi Cavaliere e Guardiano di Scozia, titolo attribuito ai capi di Stato scozzesi, che governavano nei periodi di inter-regno, cioè in mancanza di una sovrano. Gli iniziali successi dei ribelli scozzesi e l’impresa di Wallace terminarono però il 5 giugno 1298 con la Battaglia di Falkirk. Gli inglesi, anche questa volta, erano in netta superiorità numerica e le sorti della battaglia furono ben diverse da quelle dell’anno precedente. La potente e numerosa cavalleria inglese sgominò in poco tempo gli scozzesi che vennero presto massacrati. Wallace riuscì a mettersi in salvo e, poco dopo la battaglia, cedette il suo titolo di Guardiano a Robert Bruce: si dice che si recò quindi in Europa in cerca di aiuto e sostegno per la causa scozzese. Al suo ritorno, avvenuto nel 1303, si riunì nuovamente alle bande di rivoluzionari e partecipò a numerose rivolte ad Annandale, Liddesdale e Cumberland, tanto che Edoardo d’Inghilterra, per liberarsi del ribelle che accendeva gli animi degli scozzesi ed incitava a lottare per la libertà, mise una sostanziosa taglia sulla sua testa.

La battaglia di Falkirk, in una scena del film Braveheart di Mel Gibson
La battaglia di Falkirk, in una scena del film Braveheart di Mel Gibson

La lotta di Wallace terminò nel 1305 quando Sir John de Menteith, un cavaliere scozzese leale ad Edoardo, lo catturò vicino a Glasgow. Il ribelle fu tenuto prigioniero per breve tempo nel castello di Dunbarton prima di essere trasferito a Londra, dove venne processato e condannato a morte con l’accusa di tradimento e perché “criminale dedito al saccheggio e al massacro di donne e bambini.”

Wallace fu giustiziato il 23 agosto 1305, nel modo brutale riservato ai traditori: fu prima impiccato ma non fino al sopraggiungere della morte e poi, ancora vivo, squartato, le sue viscere bruciate davanti a lui, la sua testa infilzata su una picca ed esposta sul London Bridge, il resto delle sue membra inviate come monito per i ribelli a Newcastle, Berwick, Edimburgo, e Perth. Così moriva, ancora giovane, William Wallace, highlander coraggioso, orgoglioso e leale, che trascorse tutta la sua vita a lottare per i suoi ideali e per la sua amata Scozia, diventando il simbolo dell’indipendenza del Paese. Numerosi furono i monumenti, le statue, le commemorazioni ad egli dedicati dopo la sua morte, ed in tempi più recenti: per citarne qualcuno, il Wallace Monument di Stirling, un’imponente torre-museo, le sue statue sparse per tutta la Scozia, la targa commemorativa del luogo dove venne giustiziato a Londra.

Una statua di Wallace ad Aberdeen
Una statua di Wallace ad Aberdeen

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