Un altro viaggio in Scozia si è concluso e i miei occhi e il mio cuore si sono riempiti nuovamente di bellezza e felicità! Questo è stato un viaggio unico per me perchè ho messo da parte la mia paura di navi e traghetti, dovuta al mio mal di mare, e mi sono buttata nell’esplorazione di due isole che, da anni, mi chiamavano a gran voce dalla cima della mia lista dei desideri: Arran e Islay. Non solo: sono riuscita a fare anche un breve giretto nel Kintyre, zona che sognavo di vedere da anni, da quando ho letto un articolo della mia amica Ilaria Battaini sul suo blog “Appunti di viaggio” (lo potete leggere qui). Ed in effetti ad ispirare questo viaggio è stata proprio Ilaria, ormai da me ribattezzata “Signora delle Isole” per la sua grande passione e conoscenza delle selvagge isole scozzesi! A condividere con me questo viaggio due amiche, Mariaelena ed Evelina, conosciute entrambe in Scozia in occasione di uno dei miei viaggi di gruppo! Ecco il racconto del nostro viaggio: come sempre seguiranno articoli dettagliati sui vari luoghi esplorati!
Categoria: Diario di Viaggio
SCOZIA ON THE ROAD – Day 10: Edimburgo
Ci siamo. Anche l’ultimo giorno di vacanza è purtroppo arrivato! Ci svegliamo presto questa mattina e facciamo una colazione veloce con le ciambelle che ho comperato ieri sera al “the co-operative food” sotto l’hotel. Usciamo intenzionati a visitare subito il castello, ma poi mi accorgo che la biglietteria apre alle 9.30 e quindi per ingannare il tempo facciamo un giretto in città, camminando di qua e di là nella Old Town, arroccata ai piedi del castello, con i suoi negozietti dalle facciate colorate. Ci fermiamo alla St Gile’s Cathedral: conosciuta anche con High Kirk of Edimburgh, è la chiesa madre del presbiterianesimo e principale luogo di culto della Chiesa di Scozia in città.
Saliamo verso l’Edinburgh Castle convinti di essere tra i primi ad arrivare…e troviamo un sacco di gente ferma, che aspetta. C’è un’esibizione della banda militare scozzese e relativa cerimonia del cambio della guardia nell’esplanade, il grande spazio aperto davanti al castello, e ci fermiamo a dare un’occhiata prima di poter iniziare la visita. Una mezz’oretta più tardi, dopo musica, marce, armi in spalla (che alla lunga iniziavano a diventare un po’ noiosette!) finalmente possiamo entrare nel celebre castello di Edimburgo e pagare il salatissimo ticket di ingresso. Muniti di cartina iniziamo il nostro tour: rimaniamo delusi perché le stanze da visitare all’interno del castello sono davvero poche e soprattutto vuote.
SCOZIA ON THE ROAD – Day 9: attraverso il Loch Lomond and the Trossachs National Park in direzione Edimburgo
È già l’ultimo giorno “on the road”, questo pomeriggio consegneremo la macchina e passeremo l’ultimo giorno di vacanza ad Edimburgo. Lasciamo un piovoso (ma va??) Glencoe e ci avviciniamo all’aeroporto attraverso il Loch Lomond and the Trossachs National Park. Ma la nostra esplorazione non è finita, anche per oggi abbiamo in programma tante tappe che non vediamo l’ora di scoprire! Dopo circa un’ora e mezza di viaggio facciamo una breve pausa al piccolo villaggio di Balquhidder, dove si trova la tomba del celebre ribelle Rob Roy MacGregor, all’interno del cimitero e vicino ai resti della vecchia chiesa. Ci sono piccoli oggetti sulla pietra tombale scolpita, e nastri in tartan del colore del Clan MacGregor legati accanto ai nomi che ricordano Rob Roy, la moglie ed il figlio.
Proseguiamo lungo la A84 fino a Callander, piccola ma pittoresca cittadina considerata la “porta d’accesso alle Highland”, dove ci sgranchiamo un po’ le gambe con una passeggiata fino alle Bracklinn Falls, delle scenografiche cascate poco distanti dal paese. Il sentiero per arrivarci è breve e comodo da percorrere, e capiamo di essere in prossimità delle cascate quando iniziamo a sentire il rombo dell’acqua, molto forte, e iniziamo ad intravedere il fiume impetuoso e che si snoda tra le rocce, carico d’acqua per le piogge di questi giorni. Sopra le cascate è sospeso un ponte di legno che mi ricorda un po’ l’architettura di GranBurrone de “Il Signore degli Anelli”, e mi aspetto che esca qualche elfo dagli alberi circostanti. Ma ci sono solo alcuni turisti che, come noi, cercano di catturare l’immagine migliore delle cascate.
SCOZIA ON THE ROAD – Day 8: Glencoe, Glen Etive, Loch Awe.
Ieri eravamo andati a dormire sperando di svegliarci oggi con una bella giornata, in modo da poterci godere appieno la bellezza selvaggia del Glencoe. Purtroppo non siamo così fortunati, perché la giornata inizia, continua e finisce con una forte pioggia, che rende tutto grigio, cupo e triste. A malincuore, rinunciamo all’escursione nella Lost Valley che avevamo in programma ma il tempo ci è decisamente avverso. Decidiamo invece di guidare fino a Castle Stalker, che dista solamente 20 minuti dal Glencoe Village. Mano a mano che ci allontaniamo dalle montagne le nuvole si alzano, e quando arriviamo a destinazione almeno non piove! Parcheggiamo al punto panoramico a fianco della strada, nei pressi di un bar ed un negozietto e da dove si ha un’ottima visuale del castello.
Su consiglio dei proprietari del b&b dove abbiamo passato la notte proseguiamo una quindicina di metri lungo la strada e poi svoltiamo in una stradina in discesa, superiamo un cancello e ci ritroviamo su una spiaggia di sassi, nel punto più vicino possibile al castello. Castle Stalker sorge su di una piccola isoletta, molto vicina alla terra ferma, nel Loch Linnhe e fu costruito attorno al 1320. Per visitarlo occorre prenotare in anticipo, quindi noi ci accontentiamo di osservarlo da fuori. Circondato dalle montagne e con il cielo coperto di nuvole a fare da sfondo, il castello ha davvero un’aria misteriosa.
A questo punto i programmi prevedevano di tornare indietro per esplorare il Glencoe ma il fatto che qui almeno non piova e che le nuvole sembrino innocue ci spinge a proseguire nella direzione opposta, verso le sponde del Loch Awe, il terzo lago di acqua dolce più esteso di Scozia ed il primo per lunghezza con i suoi 41km.
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SCOZIA ON THE ROAD – Day 7: Elgol & Road to the Isles
Per il nostro ultimo girorno sull’Isola di Skye ci concentriamo su una zona che è un pò fuori dai soliti tragitti turistici, ossia il remoto villaggio di Elgol, nella parte sud occidentale dell’Isola. Lasciamo Dunvegan dopo un’abbondante colazione e scendiamo passando da Sligachan, dove ci fermiamo a fotografare il famoso ponte, e una volta giunti a Broadford imbocchiamo la stretta single track road che in mezz’oretta porta ad Elgol.
Lungo la strada ci fermiamo alla Cill Chriosd (Old Church of Kilchrist), costruita nel XVI secolo al posto di una precedente chiesa medievale e rimasta in uso fino al 1840. Le rovine della chiesa sorgono su di una piccola collinetta e si raggiungono salendo una scala di pietra ormai quasi nascosta nell’erba; intorno sorge un cimitero, dove pecore ed agnellini pascolano tra le lapidi.
Proseguiamo costeggiando il Loch Cill Chriosd e il Loch Slapin e raggiungiamo infine Elgol, remoto, anzi sperduto e piccolo villaggio di appena 150 abitanti nella Strathaird Peninsula. Parcheggiamo nei pressi della spiaggia, dove c’è la scuola del villaggio. Mi sorgono spontanee due osservazioni: a) quanti bambini frequenteranno questa scuola? b) quanto sono fortunati ad andare a scuola sulla spiaggia??
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SCOZIA ON THE ROAD – Day 6: Isle of Skye (Fairy Pools, Talisker Bay, Neist Point)
La giornata di ieri era troppo bella per essere vere…oggi il tempo dà il peggio di sé! Il cielo è scuro e minaccia pioggia ma veniamo rassicurati dai proprietari del b&b che ci dicono che fino a mezzogiorno non dovrebbe piovere. Usciamo quindi in fretta subito dopo la colazione per fare qualche breve escursione. La prima tappa sono le Fairy Pools, che distano circa 45 minuti d’auto da Dunvegan. Ai piedi delle Black Cuillin, camminando lungo il fiume Brittle si incontrano dei laghetti dall’acqua così limpida e pura da sembrare delle piscine e si dice che, come spesso accade in luoghi così belli ed incantati della Scozia, siano abitate dalle fate. In effetti un nonsoche di fatato ce l’hanno, con l’acqua cristallina e fresca che zampilla tra le rocce scavando piscinette perfettamente circolari e cascatelle gorgoglianti. Il tempo regge durante tutta la nostra passeggiata e mentre ci addentriamo nella lunga valle esce anche qualche raggio di sole.
Quando torniamo alla macchina inizia a scendere qualche gocciolina. Guardo l’orologio, mancano 10 minuti a mezzogiorno. I proprietari del b&b ci hanno azzeccato alla grande! Non ci lasciamo scoraggiare e ci dirigiamo verso Talisker, intenzionati a fare una passeggiata fino alla baia. Appena parcheggiato inizia a piovere di brutto, quindi ci rassegniamo ad aspettare in macchina sperando in un miglioramento; intanto ne approfittiamo per mangiare il packed lunch fornitoci dal b&b. Dopo un po’ la pioggia sembra diminuita così, indossate le giacche impermeabili, ci incamminiamo verso la Talisker Bay.
SCOZIA ON THE ROAD – Day 5: Isle of Skye (Trotternish Peninsula & Coral Beach)
Ci svegliamo con un cielo azzurro e limpidissimo, una giornata climaticamente perfetta di quelle che non ne troveremo più durante tutta la vacanza, che ci invoglia ancora di più ad uscire subito ad esplorare l’isola. Oggi dedicheremo la giornata alla Penisola Trotternish, che dicono sia la più bella di Skye: Non rimaniamo delusi! Ci dirigiamo subito verso Uig, piccolo villaggio di pescatori e da dove partono le navi per le Ebridi Esterne. A poca distanza dal centro abitato si trova il Fairy Glen, una zona caratterizzata da colline con una strana conformazione geologica, tutte a strati, dove i locali affermano che vivano le fate. In effetti il posto ha un non so che di magico e facciamo volentieri una passeggiata sentendoci catapultati in una fiaba. Scalando le colline si passa attraverso un boschetto di strani alberi che non ho saputo identificare, ancora brulli data la stagione e ricoperti di filosi licheni azzurrini, per poi arrivare ai piedi di quello che viene chiamato “Castle Ewan”, una roccia all’interno della quale è stato scavato uno strettissimo sentiero che permette di arrivarci proprio sulla cima. Qualcuno ha costruito delle spirali di pietre all’interno delle quali la gente lascia piccoli oggetti, forse come regalo per le fate. C’è un’atmosfera strana, ci si sente come un po’ osservati mentre si vaga per le colline silenziose.
Proseguiamo lungo la costa che a noi, che viviamo tra le montagne tra le montagne e certamente non abituati ai paesaggi marittimi, offre panorami mozzafiato: l’oceano è di un blu mai visto prima, intenso e profondo, incorniciato da alte scogliere e da vastissimi pascoli dove scorazzano una moltitudine di pecore ed agnelli che spesso e volentieri si spingono fin sul ciglio della strada. Raggiungiamo lo Skye Museum of Highland Life, un museo all’aperto che consiste in una serie di abitazioni tipiche dell’isola, bianche e con il tetto di paglia, i cui interni sono stati ricostruiti ed appaiono come erano nel secolo scorso. La posizione è suggestiva, ed il piccolo museo interessante e tranquillo (scolaresca di 40 bambini chiassosi a parte!!!). Ho anche l’occasione di scambiare due parole in gaelico con la signora della biglietteria. Due parole davvero, perché dall’agitazione non mi viene in mente niente da dire e mi limito a un “come va?”, spiegandole che sto provando ad imparare la lingua ma che la trovo molto difficile; lei per confortarmi mi dice, con mia grande emozione, che sto andando bene.
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