SCOZIA ON THE ROAD – Day 4: Urquhart Castle, Eilean Donan Castle e rotta per l’Isola di Skye

Iniziamo la giornata con una tranquillissima e buonissima colazione a base di pancakes e l’immancabile full Scottish, seduti davanti ad una finestra con vista Loch Ness. Questo relax mattutino ci vuole tutto poiché oggi ci aspetta un lungo tragitto in macchina: la prossima meta è l’isola di Skye, distante più o meno tre ore by car. Risaliamo verso Inverness, attraversiamo il fiume Ness, e scendiamo verso la riva occidentale del Loch Ness (qui si chiama tutto Ness!). Percorrendo la strada che si snoda lungo la costa del lago si incontra, un po’ prima della metà, l’Urquhart Castle. Il castello, del quale oggi rimangono delle pittoresche rovine, risale più o meno al XIII secolo e fu fatto esplodere nel 1692 per evitare che cadesse nelle mani dei giacobiti. Nonostante qualcuno ci avesse consigliato di non visitarlo all’interno, abbiamo deciso di fermarci lo stesso….e per fortuna! È uno tra tutti i castelli che abbiamo visitato che mi è piaciuto di più, nonostante rimangano davvero solo pochi ruderi.

urquhart castle

Il costo del biglietto vale tutto: all’inizio è possibile vedere un filmato della durata di circa 10 minuti che spiega, con sottotitoli anche in italiano, la storia del castello e che riserva per gli spettatori una piacevole sorpresa finale; ci sono poi molte tabelle informative che illustrano l’aspetto originale del maniero e raccontano aneddoti e curiosità. Il Loch Ness visto da qui, e sotto un cielo grigio e carico di nuvole, è davvero scuro e inquietante…il famigerato mostro in ogni caso non si è fatto vedere!! Passeggiamo tra i muri di sassi, saliamo in cima alla torre, osserviamo i resti delle cucine, immaginandoci il castello in tutto il suo antico splendore: quante persone hanno vissuto qui? Com’erano le feste nella grande sala dei banchetti? Chi lavorava in queste cucine, spadellando e cuocendo il pane ogni giorno? Come in tutti i castelli, il tempo sembra essersi fermato tra queste pietre, che sono qui da secoli a raccontarci la vita di chi, tra questi muri di sassi, ci ha vissuto.

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urquhart castle

Ripartiamo in direzione Kyle of Lochalsh, dove c’è il ponte che collega la mainland alla vicinissima Isola di Skye.

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SCOZIA ON THE ROAD – Day 3: dintorni di Inverness & Loch Ness

Dopo una super colazione a base di toast con uova strapazzate e salmone (fantastico!) riprendiamo il viaggio in direzione Nord Ovest poiché oggi abbiamo in programma di esplorare la zona attorno a Inverness, capitale delle Highlands. Poco dopo Tomintoul ci fermiamo a scattare qualche foto in un punto panoramico e, come si suol dire, ci ritroviamo al posto giusto nel momento giusto.

tomintoul

Un tenerissimo agnellino bianco e nero, in qualche modo, è riuscito ad uscire dal recinto ed ora non riesce più a rientrarci. Prova in tutti i modi a passare oltre la rete, ma invano, e bela disperato in direzione della mamma. È pericolosamente vicino ad un dirupo e molto agitato. Ci avviciniamo piano, bloccandogli le due vie di fuga e riusciamo ad acchiapparlo e rimetterlo nel recinto. Non appena tocca terra si fionda a velocità supersonica verso la sua mamma e inizia a succhiare il latte… chissà da quanto era là fuori, poverino!

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Sentendoci degli eroi-salva-cuccioli ci rimettiamo in marcia, passando per pascoli e piccoli paesini tranquilli, e dopo un quarantina di minuti raggiungiamo il Culloden Battlefield. Questa tappa era una di quelle che mi incuriosiva di più e sulla quale mi ero più documentata: su quella immensa brughiera paludosa venne combattuta, il 16 aprile 1746 tra le truppe governative e quelle giacobite, la battaglia di Culloden che si concluse con una tragica carneficina di queste ultime. Oggi sul campo conosciuto come Drumossie Moor sorge un moderno centro visitatori che spiega, attraverso pannelli informativi, filmati, esposizione di armi ed altri oggetti risalenti all’epoca, gli eventi antecedenti alla battaglia e lo scontro vero e proprio.

Culloden Batterfield

Culloden

Visitare il campo di battaglia è stato molto emozionante, sebbene molto triste. La giornata grigia e ventosa ha reso tutto ancora più cupo, trasmettendomi un senso di solitudine e malinconia. Mentre camminavo, le folate di vento molto forti e la pioggia sferzante mi hanno fatto pensare a come dev’essere stata quella mattina, a come si erano sentiti quegli uomini fermi ai loro posti, stanchi ed affamati, che non aspettavano altro che l’ordine di attaccare gli avversari. Si prova una profonda amarezza per tutte quelle vite spezzate in poco meno di un’ora, in un battaglia che ancora prima di iniziare lasciava intravedere il suo esito disastroso. Cammino lungo il sentiero fiancheggiato dai massi che ricordano i Clan scozzesi fedeli alla causa giacobita; qualcuno ha lasciato un fiore, un fiocco in tartan, un ciondolo a forma di croce per onorare il loro sacrificio che, a distanza di quasi tre secoli, non è stato dimenticato dall’orgoglioso e fiero popolo scozzese.

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Il peggiorare delle condizioni meteo ci spinge a rifugiarci in macchina, dove mangiamo l’abbondantissimo packed lunch fornitoci dal b&b dove abbiamo pernottato la notte scorsa. Contro ogni previsione, le nuvole si allontanano lasciando intravedere qualche raggio di sole. Ci dirigiamo subito verso le Clava Cairns, un sito preistorico composto da alcune strutture circolari costruite con dei massi di pietra che si crede costituissero delle antiche aree di sepoltura. Ci sono molte pietre che spuntano dal terreno tra i faggi e proprio una di queste ha ispirato il celebre “Craigh Na Dun” dei romanzi di Diana Gabaldon, recentemente trasposti nella serie tv “Outlander” (ovviamente, la mia preferita!). Ci godiamo i tiepidi raggi di sole che filtrano tra gli alberi; il posto è molto tranquillo e pervaso da un’aria di mistero e magia.

Clava Cairns

Clava Cairns
In 15 minuti di macchina raggiungiamo il vicino Fort George, una fortificazione del XVIII secolo costruita su di un promontorio nel Moray Firth, il più grande fiordo scozzese, e tutt’ora utilizzata come base militare della British Army. Non vediamo i delfini, di solito assidui frequentatori delle acque di fronte al forte e, a causa dell’ora tarda per gli standard scozzesi (i musei chiudono verso le 17/17.30) visitiamo velocemente le ricostruzioni dei vecchi alloggi del soldati, del magazzino, delle stalle. Non riusciamo a vedere il museo perché arriviamo con 2 minuti di ritardo per l’ultima ammissione….che fiscalità!

Fort George

Fort George
Il cielo minaccia pioggia ed abbiamo ancora davanti un bel po’ di strada da percorrere per raggiungere il Loch Ness, meta di oggi. Ci rimettiamo quindi in marcia; rispetto al primo giorno ci sentiamo molto più sicuri con la guida a sinistra e la strada, seppur trafficata perché in prossimità di una città, scorre tranquilla. Raggiungiamo Dores, piccolo paesino situato sulla sponda orientale del Loch Ness, dove alloggiamo nel b&b Pottery House, una bella casa circondata da un giardino ben curato e da una moltitudine di uccellini colorati che si avvicinano per sgranocchiare qualche semino dalle mangiatoie disposte per loro dai proprietari.

Loch Ness

Loch Ness

La nostra camera è la più bella tra tutte quelle dove abbiamo pernottato: decisamente enorme, elegantemente arredata, con un bagno spazioso e luminoso e un pratico raccoglitore con svariati consigli per passeggiate o luoghi da visitare nelle vicinanze. Facciamo una passeggiata lungo la spiaggia dalla quale si ha una bella visuale del lago in tutta la sua lunghezza, ma è così lungo con i suoi 36 chilometri che non se ne vede la fine! Il sentiero a fianco della spiaggia è costeggiato da ginestre e porta all’interno di un bosco, ma non arriviamo ad andare oltre perché ci aspetta la cena al Dores Inn, unico ristorante del paese. Come consigliano tutte le guide turistiche è meglio prenotare, infatti anche oggi il locale è molto affollato. Mangiamo bene, in particolare un formaggino di capra alla griglia con verdurine e marmellata di cipolle rosse che era fantastico! Anche il terzo giorno è volato, domani ci aspetta una giornata molto impegnativa!

Loch Ness

Highland cow


– Pottery House b&b: http://www.potteryhouse.co.uk/
– Dores Inn: http://www.thedoresinn.co.uk/


day 1 – Sain Andrews
day 2 – Dunnottar Castle e Cairgroms National Park
day 3 – Inverness e Loch Ness
day 4 – Urquhart Castle, Eilean Donan Castle e rotta per l’isola di Skye
day 5 – Isle of Skye: Totternish Peninsula e Coral Beach
day 6 – Isle of Skye: fairy pool, talisker bay, neist point lighthouse
day 7 – Isle of Skye (Elgol) e Road to the Isles
day 8 – Glencoe, Glen Etive, Loch Awe
day 9 – Loch Lomond and the Trossachs National Park
day 10 – Edimburgo

SCOZIA ON THE ROAD – Day 2: Dunnottar Castle & Cairngorms National Park

Mi sveglio, sprofondata tra i cuscini del mio (comodissimo) letto. Vedo già filtrare la luce dalle tende della finestra e sento gli uccellini cantare. Devono essere minimo le 9, penso. Poi guardo la sveglia, e mi viene un colpo: sono le 5 del mattino! Fuori è già quasi pieno giorno, mentre da noi sarebbe ancora buio pesto; qui al Nord, così in alto ci sono pochissime ore di buio soprattutto in primavera/estate. Cosa positivissima per la sera, più tempo per passeggiare ed esplorare, un po’ meno per il mattino presto se la camera in cui si dorme non è dotata di persiane alle finestre bensì di semplici tende oscuranti, che, ammettiamolo, non sono proprio il massimo per tener fuori la luce. Il mio papà, da buon mattiniero, va a fare una passeggiata sulla spiaggia; io non ce la posso fare e rimango a poltrire finché, alle 7, non mi tira letteralmente giù dal letto. Andiamo a fare la spesa per il pranzo al vicino “The Cooperative Food”, gironzoliamo un po’ per il paese e poi, finalmente, rientriamo per la colazione: un delizioso porridge con sciroppo d’acero e frutta fresca per me, e una Full Scottish Breakfast per il papà, il tutto seduti comodamente con vista mare. Ben rifocillati, usciamo e ci incamminiamo verso il porto, dove parte il sentiero che, in una mezz’oretta circa, porta al vicino Dunnottar Castle. Inizialmente il sentiero sale ripido tra le case e la vegetazione ma poi, una volta arrivati in cima, prosegue pianeggiante lungo le scogliere a picco sull’oceano: un tripudio di colori, dal verde dell’erba, al giallo acceso dei ginestroni, al cielo azzurrissimo grazie al forte vento che soffia da ieri sera e non accenna a placarsi. Durante il percorso si passa davanti al War Memorial, un monumento in onore dei caduti nelle due guerre mondiali, che svetta su di una collina circondato da una moltitudine di narcisi e dal quale si gode di un’ottima vista sul castello.

Stonehaven War Memorial

Stonehaven War Memorial

Facciamo moltissime soste per scattare fotografie e guardarci attorno: con il cannocchiale, ma anche senza, è possibile avvistare moltissime specie di uccelli e, se si è fortunati anche le pulcinelle di mare. Noi non le abbiamo viste, ma in compenso abbiamo avvistato tre foche che nuotavano allegre nella baia a fianco al castello. Proseguiamo nella nostra passeggiata, abbandonando il sentiero per scendere nella caletta sottostante al castello, per trovare un po’ di protezione dal forte vento. Camminiamo lungo la spiaggia di sassi tondi e perfetti fino ad arrivare sotto l’imponente scoglio a picco sul mare che ospita il castello. Saliamo lungo il ripido pendio ed entriamo per iniziare la nostra visita. Rimango stupita perché dall’esterno non me lo aspettavo così grande, invece ospita una moltitudine di edifici, dalle stalle, alla torre del Lord e le stanze private della sua consorte. Circondato dall’oceano, attorniato da solide mura e collegato alla terra ferma solo da uno stretto passaggio, doveva essere una fortezza quasi inespugnabile; in effetti proprio qui furono nascosti i gioielli della corona scozzese, durante la rivolte anti monarchiche capeggiate da Cromwell, nella metà del 1600.

Dunnottar Castle

Dunnottar castle

Dunnottar Castle

Passeggiamo ancora per un po’ lungo il sentiero sulle scogliere che prosegue dopo il castello, e decidiamo di fare ritorno a Stonehaven seguendo una strada diversa da quella di stamattina. Ci dirigiamo quindi verso il Dunnottar Woods e con una passeggiata nel tranquillo bosco di frassini raggiungiamo il paese poco dopo mezzogiorno. Il tempo di caricare le valigie in macchina e partiamo verso la nostra meta di oggi, il villaggio di Tomintoul nel Cairngorms National Park, che dista poco meno di due ore di macchina. Superiamo campi, boschi, pecore, ancora campi e poi ci arrampichiamo su per una ripida strada, in un paesaggio davvero brullo per via dell’erica non ancora fiorita. Inizia a piovere e a calare la nebbia e le montagne si fanno grigie e tetre. Superiamo gli impianti sciistici del Lecht Skii Center, che con i suoi 650mt è probabilmente il punto più alto dove siamo stati durante la nostra vacanza, per poi iniziare nuovamente la discesa. Percorriamo pochi chilometri ed esce di nuovo il sole; ci fermiamo lungo la strada per scattare una foto ad una lunga valle con un fiumiciattolo e una casetta in fondo, che ho notato passando, e decidiamo di fare una passeggiata, che si rivelerà una delle più piacevoli di tutto il viaggio. La casetta che ho visto è in realtà la Lecht Mine, una vecchia miniera di ferro costruita nel 1730 ma chiusa solo sette anni dopo. Fu poi riaperta nel 1841 e divenne la più grande miniera di manganese dell’intera Scozia. All’interno dell’unico edificio che oggi rimane a testimoniare il passato si trova un’interessante tabella illustrativa che spiega il processo di estrazione e lavorazione del manganese. La passeggiata che parte dal parcheggio a fianco della strada ed arriva alla miniera è breve e gradevole e, mentre camminiamo, avvistiamo moltissimi fagiani e galli forcelli.

Lecht Mine

Lecht Mine

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Percorriamo i pochi chilometri restanti ed arriviamo a Tomintoul poco dopo, trovando con facilità il b&b prenotato per stanotte. Ci accolgono dei padroni di casa simpatici e molto disponibili a chiacchierare e a darci informazioni, per lo più di carattere faunistico, data la passione di mio papà per gli animali selvatici. La casa, così come la nostra camera, è semplice ma ben curata e ci sentiamo subito a nostro agio. Ceniamo al Clockhouse Restaurant, già prenotato perché è l’unico del villaggio, e poi camminiamo un po’ tra i campi, avvistando caprioli e una miriade di leprottini e fagiani. Anche oggi la stanchezza si fa sentire e crolliamo non appena appoggiata la testa sul cuscino.

fagiano


– Glentorets b&b: http://www.glentorets.co.uk/
– The Clockhouse restaurant: http://www.worldslargestscotchwhisky.com/Clockhouse/Untitled-2.htm
– Lecht Mine walk: http://www.walkhighlands.co.uk/cairngorms/lechd-mine.shtml


day 1 – Sain Andrews
day 2 – Dunnottar Castle e Cairgroms National Park
day 3 – Inverness e Loch Ness
day 4 – Urquhart Castle, Eilean Donan Castle e rotta per l’isola di Skye
day 5 – Isle of Skye: Totternish Peninsula e Coral Beach
day 6 – Isle of Skye: fairy pool, talisker bay, neist point lighthouse
day 7 – Isle of Skye (Elgol) e Road to the Isles
day 8 – Glencoe, Glen Etive, Loch Awe
day 9 – Loch Lomond and the Trossachs National Park
day 10 – Edimburgo

SCOZIA ON THE ROAD – Day 1: Saint Andrews

The dream comes true! Prima giornata della nostra vacanza scozzese, iniziata nel meglio dei modi. Partiamo da Malpensa con volo Easy Jet tranquillo e puntuale che alle 12.15 ci fa atterrare in una Edimburgo grigia e nuvolosa. Ritiriamo la macchina a noleggio da Arnold Clark, vicino all’aereoporto, servizio veloce e personale gentile. Sistemati i bagagli, siamo pronti per partire. Attimi di panico iniziali dovuti alla guida a sinistra e alla moltitudine di rotatorie/semafori/incorci appena usciti dal parcheggio…ma già dopo i primi 5 km ci si sente  già più sicuri. Indispensabile invece il navigatore satellitare, che oltre ad illustrare che strada percorrere (senza non ce l’avremmo mai fatta ad orientarci!), indica anche la corsia di marcia da mantenere. Ci dirigiamo subito verso Saint Andrews nella regione del Fife, patria del Golf e rinomata sede universitaria. In un’ora e mezza raggiungiamo la cittadina che troviamo estremamente piacevole e, contro ogni previsione, poco trafficata e tranquilla. Intanto le nuvole si sono un po’ diradate e si intravede qualche raggio di sole e un bel cielo azzurro. Lasciamo la macchina in un parcheggio gratuito a 10 minuti a piedi dal centro ed con una breve passeggiata raggiungiamo i resti dell’imponente cattedrale cattolica, risalente al 1158 e di cui oggi non rimangono che impressionanti rovine, circondate da un cimitero con vecchie lapidi di ogni forma e dimensione.

Cattedrale Saint Andrews

Osservando i resti delle navate e le alte torri che ancora svettano nel cielo provo ad immaginare come deve essere stata grandiosa questa cattedrale, che era ed è in effetti la più grande mai costruita in Scozia, decaduta durante la riforma protestante nella seconda metà del 1500. Oggi si passeggia tra i massi che indicano le navate, si cammina tra le tombe in un’atmosfera di estrema tranquillità e pace, si osserva, attraverso i buchi nelle vecchie pareti, l’oceano che nel corso dei secoli ha eroso, scavato e modellato queste pietre. Ammetto di avere una macabra passione per i vecchi cimiteri, quelli con l’erbetta verde e curata e con le lapidi rese quasi illeggibili dagli anni e dal muschio, quelli che in Scozia se ne trovano ovunque, che te li trovi davanti all’improvviso lungo la strada, in posti sperduti e deserti.

Cattedrale Saint Andrews

Poco lontano dalla cattedrale c’è il castello, anch’esso in rovina, costruito su di una scogliera attorno al 1200, ma poi demolito e riedificato verso la metà del 1500. Noi ci limitiamo ad osservarlo da fuori e decidiamo di non visitare l’interno preferendo invece fare un passeggiata lungo la costa, con una bella vista sull’oceano, che ci siamo goduti nonostante il forte (anzi fortissimo) vento che si è alzato nel pomeriggio. Scendiamo verso il porto fino alla spiaggia di East Sands e poi ritorniamo verso il centro, per un giretto veloce ed un caffè in Market Street.

Saint Andrews Castle

A metà pomeriggio ripartiamo alla volta di Stonehaven, prima tappa del nostro viaggio e meta di oggi. I paesaggi che vediamo durante il tragitto sono una tavolozza di colori e su tutti predominano il verde ed il giallo dei campi fioriti. Attraversiamo un immenso campo coltivato a narcisi, bianchi e gialli, una meraviglia per gli occhi, anche perché si tratta del mio fiore preferito! Arriviamo a Stonehaven, piccolo paese lungo la costa dell’Aberdeenshire, dopo un’altra ora e mezza di macchina su una comoda strada che credo coincida con le nostre autostrade (ma gratuita!). Stonehaven ha una spiaggia davvero carina, fatta di sassi tondi e coloratissimi, ed una via principale con molti negozietti e markets. Il b&b che ho prenotato, il Bayview B&b, ci stupisce per la sua bellezza e l’accortezza nei particolari delle camere, accoglienti e dotate di ogni comfort, e per la simpatia dei proprietari.

Stonehaven_beach

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Decidiamo di fare una cena easy e veloce questa sera, e prendiamo un fish and chips al “The Bay”, rinomato locale d’asporto che ha vinto nel 2013 il premio come miglior takeaway della Gran Bretagna al National Fish and Chip Awards. Le aspettative non vengono deluse! Entriamo nel piccolo locale e ci stupiamo per il numero di persone in fila che aspettano di ordinare: vediamo più gente qui che nel centro del paese! Al nostro turno, un ragazzo gentilmente mi aiuta a scegliere tra le molte proposte del menù così, poco dopo, usciamo vittoriosi dal The Bay con il nostro Fish and Chips che troviamo, oltre che abbondante (quasi esagerato!) super buono e per niente pesante! Facciamo una bella passeggiata lungo-oceano e poi, stanchi dalla levataccia della mattina e dalle avventure della giornata, ce ne andiamo a nanna… domani ci attende un’altra meravigliosa giornata!

Stonehaven

Stonehaven



LINK UTILI:

– Bayview b&b: http://www.bayviewbandb.co.uk/
– The bay fish and chips: http://thebayfishandchips.co.uk/


day 1 – Sain Andrews
day 2 – Dunnottar Castle e Cairgroms National Park
day 3 – Inverness e Loch Ness
day 4 – Urquhart Castle, Eilean Donan Castle e rotta per l’isola di Skye
day 5 – Isle of Skye: Totternish Peninsula e Coral Beach
day 6 – Isle of Skye: fairy pool, talisker bay, neist point lighthouse
day 7 – Isle of Skye (Elgol) e Road to the Isles
day 8 – Glencoe, Glen Etive, Loch Awe
day 9 – Loch Lomond and the Trossachs National Park
day 10 – Edimburgo