Ci svegliamo con un cielo azzurro e limpidissimo, una giornata climaticamente perfetta di quelle che non ne troveremo più durante tutta la vacanza, che ci invoglia ancora di più ad uscire subito ad esplorare l’isola. Oggi dedicheremo la giornata alla Penisola Trotternish, che dicono sia la più bella di Skye: Non rimaniamo delusi! Ci dirigiamo subito verso Uig, piccolo villaggio di pescatori e da dove partono le navi per le Ebridi Esterne. A poca distanza dal centro abitato si trova il Fairy Glen, una zona caratterizzata da colline con una strana conformazione geologica, tutte a strati, dove i locali affermano che vivano le fate. In effetti il posto ha un non so che di magico e facciamo volentieri una passeggiata sentendoci catapultati in una fiaba. Scalando le colline si passa attraverso un boschetto di strani alberi che non ho saputo identificare, ancora brulli data la stagione e ricoperti di filosi licheni azzurrini, per poi arrivare ai piedi di quello che viene chiamato “Castle Ewan”, una roccia all’interno della quale è stato scavato uno strettissimo sentiero che permette di arrivarci proprio sulla cima. Qualcuno ha costruito delle spirali di pietre all’interno delle quali la gente lascia piccoli oggetti, forse come regalo per le fate. C’è un’atmosfera strana, ci si sente come un po’ osservati mentre si vaga per le colline silenziose.
Proseguiamo lungo la costa che a noi, che viviamo tra le montagne tra le montagne e certamente non abituati ai paesaggi marittimi, offre panorami mozzafiato: l’oceano è di un blu mai visto prima, intenso e profondo, incorniciato da alte scogliere e da vastissimi pascoli dove scorazzano una moltitudine di pecore ed agnelli che spesso e volentieri si spingono fin sul ciglio della strada. Raggiungiamo lo Skye Museum of Highland Life, un museo all’aperto che consiste in una serie di abitazioni tipiche dell’isola, bianche e con il tetto di paglia, i cui interni sono stati ricostruiti ed appaiono come erano nel secolo scorso. La posizione è suggestiva, ed il piccolo museo interessante e tranquillo (scolaresca di 40 bambini chiassosi a parte!!!). Ho anche l’occasione di scambiare due parole in gaelico con la signora della biglietteria. Due parole davvero, perché dall’agitazione non mi viene in mente niente da dire e mi limito a un “come va?”, spiegandole che sto provando ad imparare la lingua ma che la trovo molto difficile; lei per confortarmi mi dice, con mia grande emozione, che sto andando bene.
A pochi passi da qui si trova il cimitero di Kilmuir, noto perché ospita la tomba di Flora MacDonald, eroina scozzese passata alla storia per aver aiutato il Bonnie Prince Charlie a fuggire verso la Francia dopo la sconfitta di Culloden. Mi sono informata molto sulla storia di Flora e sul periodo storico in cui ha vissuto e quindi trovarsi proprio là dove essa ha passato un lungo periodo della sua vita e riposa ormai da secoli è stato davvero emozionante. La croce che la ricorda, che svetta circondata dai campi verdi e dall’oceano, riporta le parole del giornalista S. Johnson che le rendono omaggio: “Her name will be mentioned in history and if courage and fidelity be virtues mentioned with honour”.
Proseguendo in macchina dopo il Kilmuir Cementery ci si apre davanti un paesaggio verde disseminato di massi con, poco sotto la strada, una lunga spiaggia di sassi scuri. Ci accorgiamo che quei massi, a prima vista disordinati, sono in realtà le fondamenta di una casa e difatti, guardando con più attenzione, notiamo i resti di numerose costruzioni lungo tutta la spiaggia, che formano quasi un villaggio, abbandonato da chissà quanto tempo e per quale motivo. In Scozia si trovano tanti ruderi, di case, di fattorie, di chiese, molti dei quali risalenti ai tempi delle Clearances, quando gli highlander furono costretti ad abbandonare le loro case e ad emigrare in America, Nuova Zelanda o Australia. Si prova un senso di desolazione e tristezza ad osservare questi resti, che un tempo erano la casa ed il rifugio di qualcuno…chissà com’era la vita di chi ci viveva!
In lontananza si intravede Duntulm Castle, così parcheggiamo la macchina e proseguiamo a piedi, attraversando il tipico cancelletto per non far scappare le pecore che, anche qui, brucano liberamente l’erba. Non aspettatevi un castello, non aspettatevi nemmeno dei ruderi, perché di Duntulm non rimangano davvero che quattro sassi con una finestrella a picco sul mare. Il silenzio qui è totale, il sole è caldo (sono ben 16°!), il cielo terso… una giornata perfetta! Mentre osserviamo l’oceano ci viene in mente che siamo nel punto più a Nord in cui siamo mai stati in tutta la nostra vita fin’ora…
Torniamo indietro fino all’incrocio da dove parte la strada che attraversa la catena montuosa del Quiraing e taglia orizzontalmente la penisola di Trotternish arrivando a Staffin, sulla costa opposta. Le imponenti montagne rocciose offrono numerose possibilità di escursione ed infatti le macchine che si trovano parcheggiate lungo la single track road sono moltissime. Il paesaggio non mi entusiasma moltissimo perché è molto secco e brullo, a differenza dei colori più accesi e dell’erba più verde della costa. Verso la fine della strada si intravede nuovamente l’oceano e ci fermiamo per un pranzo al sacco seduti nell’erba.
Sorpassato il piccolo villaggio di Staffin ci fermiamo a vedere il Kilt Rock, una scogliera a picco sull’oceano che prende il nome dalla sua somiglianza alle pieghe di un kilt. Dalla cime delle rocce si getta nelle acque sottostanti un’imponente cascata che nasce da un vicino laghetto…proprio un bel tuffo! Proseguendo, ci si avvicina sempre più al famoso Old Man of Storr, un pinnacolo di roccia che dalla strada sembra molto piccolo, ma è in realtà un enorme monolite di 50 metri, e che si raggiunge dal parcheggio lungo la strada con un’escursione di circa 40 minuti. Decidiamo di passare oltre, è tardo pomeriggio e ci sono ancora un paio di cosette che vorremmo vedere prima di sera. Passiamo per Portree, centro abitato più grande di Skye, dove ci fermiamo per scattare qualche fotografie al caratteristico porticciolo colorato.
Torniamo verso Dunvegan ma stavolta superiamo il villaggio risalendo lungo la penisola Waternish. Ci troviamo all’interno di un boschetto e poco dopo arriviamo nei pressi del Dunvegan Castle, sede del Clan MacLeod, che però non abbiamo in previsione di visitare anche perché l’orario di visita è passato da un pezzo. Proseguiamo lungo la single track road che passa davanti ad un grazioso laghetto con delle oche che sguazzano tranquille.
Dopo 10 minuti di macchina parcheggiamo nei pressi di Claigan, dove parte il sentiero che porta alla Coral Beach, una spiaggia fatta di pezzettini di corallo. Il sentiero è pianeggiante e offre dei bellissimi scorci sul Loch Dunvegan; all’improvviso ci si trova davanti un paesaggio quasi caraibico, con un mare azzurro e limpidissimo in contrasto con la spiaggia bianca e l’erba verdeggiante. La vista, dalla cima della collinetta dove ci troviamo, è mozzafiato e ci fermiamo estasiati a guardarci in giro…viene voglia di tuffarsi, se non fosse che l’acqua è gelida! Siamo fortunati e avvistiamo delle foche che sguazzano poco distanti dalla riva, guardando curiose i turisti, e anche molti coniglietti con la coda batuffolosa che sbucano all’improvviso dalle loro tane scavate nell’erba. Camminiamo sulla spiaggia, sprofondando nei piccoli corallini bianchi, raccogliendo conchiglie e sassolini: il tempo sembra fermarsi dalla bellezza di questo posto, che è diventato immediatamente uno dei miei preferiti sull’Isola di Skye.
Tornando indietro notiamo l’ennesimo rudere di una casa, circondato da un muro che ne delimitava la proprietà. Questa volta mi fermo ed entro, superando quella che una volta era la porta: cammino piano, perché mi sembra di disturbare..queste case diroccate mi trasmettono sempre un senso di misteriosa e antica solennità. Sono al centro della piccola abitazione, là c’era il camino, qui in mezzo forse un tavolo di legno, in quell’angolo probabilmente gli abitanti dormivano. Il terreno di proprietà di questa famiglia è delimitato da un muro di sassi incredibilmente diritto che racchiude anche la Coral Beach al suo interno e che si snoda su per le colline circostanti (per curiosità ho provato a guardare su google maps, e si vede benissimo il muro diritto che taglia praticamente metà penisola…pazzesco!). Uscendo, penso al paradiso in cui abitavano i proprietari di questa casupola, che facendo 10 passi fuori dalla porta arrivavano dritti dritti sulla magnifica spiaggia adiacente. Una vita misera probabilmente, dedita all’allevamento delle pecore, con quel tanto che bastava a sfamarsi, ma circondati da una natura fantastica ed incontaminata. Chissà se hanno mai pensato che un giorno migliaia di turisti da ogni parte del mondo sarebbero passati davanti alla loro casetta e attraverso la loro proprietà!
Ritorniamo verso Dunvegan, avvistando altre foche letteralmente spaparanzate sugli scogli nei pressi del castello. Stasera ceniamo al Dunvegan Hotel, l’altro ristorante del paese, che si trova proprio di fronte al nostro b&b. Rimaniamo piacevolmente sorpresi: il locale è molto tranquillo, silenzioso, con una piacevole musica scozzese in sottofondo. Ci sembrava un posto un po’ vecchiotto, vista anche l’età media degli altri clienti quando siamo entrati, ed invece diventerà in assoluto il mio preferito: mangiamo tanto e benissimo ed apprezziamo particolarmente il dessert, uno sticky toffee pudding che definire delizioso è troppo poco. Il conto finale è addirittura inferiore alla media che abbiamo pagato per una cena fin’ora. Il cameriere è un ragazzo giovane, un po’ impacciato, che si dimentica sempre qualcosa e quando chiedo se hanno il caffè espresso mi risponde che non è sicuro e che deve chiedere alla proprietaria, e si scusa dicendomi che è solo il suo secondo giorno di lavoro. Anch’io di lavoro faccio la cameriera e questo povero ragazzo gentilissimo, molto educato, ma anche molto sbadato mi fa una tenerezza pazzesca e gli lascio una lauta mancia. Lui non sa più come fare a ringraziarmi e mi dice che sono “amazing”…. 🙂 non me l’ha mai detto nessuno prima!
Dopo la giornata bella piena siamo esausti e ci addormentiamo come sassi appena toccato il cuscino!
– The Tables Guesthouse: http://www.the-tables.co.uk/
– Dunvegan Hoel: http://www.hoteldunvegan.co.uk/
day 1 – Sain Andrews
day 2 – Dunnottar Castle e Cairgroms National Park
day 3 – Inverness e Loch Ness
day 4 – Urquhart Castle, Eilean Donan Castle e rotta per l’isola di Skye
day 5 – Isle of Skye: Totternish Peninsula e Coral Beach
day 6 – Isle of Skye: fairy pool, talisker bay, neist point lighthouse
day 7 – Isle of Skye (Elgol) e Road to the Isles
day 8 – Glencoe, Glen Etive, Loch Awe
day 9 – Loch Lomond and the Trossachs National Park
day 10 – Edimburgo
Che posti meravigliosi!!!Spero di vedere quest’isola in uno dei miei prossimi viaggi in Scozia!!!
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A Skye ci ho lasciato il cuore…
Ma non sei stata a Neist Point ?
Max
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si si sono stata anche li, anche se un pò di corsa, come leggerai prossimamente 🙂 Su Skye ci siamo fermati praticamente 3 giorni..! Me la aspettavo più verde sinceramente, ma forse era ancora presto essend solo metà maggio…!
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