Ecco una di quelle storie che mi ha colpita molto; ecco un personaggio storico che mi ha incuriosita e che mi ha fatto commuovere, mentre leggevo le vicende della sua vita. Mary Stuart – italianizzata in Maria Stuarda – fu regina di Scozia dal 1542 al 1567. La sua esistenza è caratterizzata da una serie di sfortunati eventi, momenti di grande potere e gioia alternati a situazioni drammatiche, omicidi ed inganni, amori ed intrighi di corte. È la storia di una donna che ha lottato per tutta la vita per difendere il suo diritto a governare un paese che non le assomigliava affatto, che ha affrontato prove terribili per riuscirci, che ha commesso errori che hanno irreparabilmente segnato il suo destino. Cercherò di riassumere brevemente la storia della sua vita basandomi sulla biografia edita da Stefan Zweig (1881-1942), scrittore e poeta austriaco naturalizzato britannico e del quale ho adorato lo stile della scrittura.
MARY STUART QUEEN OF SCOTS
Parte 1 (1542-1561)– L’infanzia e l’adolescenza in Francia
È il 19 dicembre 1542. Giacomo V, Re di Scozia, giace in fin di vita nel palazzo di Falkland, ferito nel corpo ma ancor più nell’anima a seguito della sconfitta di Solway Moss per mano dell’esercito inglese. Il suo fu un regno caratterizzato dalle lotte religiose con il vicino Enrico VIII d’Inghilterra che insisteva per introdurre la Riforma Protestante in Scozia ma che incontrò sempre la ferma opposizione del cattolicissimo casato degli Stuart. Proprio nelle ultime ore della sua vita, quando Giacomo era ormai convinto di morire senza lasciare eredi (i suoi due figli erano morti ancora in fasce) ecco arrivare in fretta un messaggero ed annunciare che, al palazzo di Linlithgow, sua moglie Maria di Guisa ha dato alla luce una figlia (l’8 dicembre 1542).

La piccola Mary Stuart ha solo 6 giorni di vita ed è già regina di Scozia. È ancora ignara del destino che la aspetta, dei tormenti, delle continue prove che incontrerà durante la sua sfortunata esistenza. Già così piccola si porta sulle spalle il peso gravoso di una Scozia povera e dilaniata dalle lotte interne e con la vicina Inghilterra e viene coinvolta in un gioco di interessi politici che inizia poco dopo che è venuta al mondo. Appena ricevuta notizia della sua nascita Enrico VIII decide di chiedere al più presto la sua mano per il figlio ed erede Edoardo, con l’intento di unire le due dinastie Stuart e Tudor nell’ottica di una Gran Bretagna unita. Enrico esige che Mary venga trasferita immediatamente in Inghilterra e, in una clausola nascosta del contratto, inserisce la condizione che in caso di morte prematura della bambina il regno passi proprio nelle sue mani. Ovviamente la madre di Mary, la cattolica francese Maria di Guisa,si oppone fortemente al contratto: per uno come Enrico VIII, che ha già fatto decapitare due delle sue mogli, sarebbe stato estremamente facile uccidere la bambina con lo scopo di impadronirsi il più in fretta possibile della sua importante eredità. Il re inglese non prende bene questo rifiuto e risponde inviando un esercito per catturare la preziosa giovane regina che tuttavia viene messa in salvo nel castello di Stirling. A questo punto non gli resta che fare un passo indietro ed “accontentarsi” di un patto in cui la Scozia si impegna a consegnare Mary Stuart il giorno del suo decimo compleanno.

Il 9 settembre 1543, a 9 mesi, Mary viene incoronata Regina di Scozia nella cappella reale del castello di Stirling: riccamente vestita, venne portata in solenne processione, preceduta dai gioielli della corona, unta con l’olio consacrato e, secondo tradizione, toccata tre volte con la spada di stato. Infine venne tenuta sopra il suo piccolo capo la corona e i lord ed i conti presenti si inginocchiarono giurando fedeltà.

Ancora così piccola e si combatte già la seconda battaglia per lei: alla morte di Enrico la voglia da parte della Scozia di rispettare il patto è molto scarsa e così dopo l’ennesima sollecitazione il reggente inglese ricorre alla forza. Il 10 settembre 1547 più di 10.000 scozzesi perdono la vita nella battaglia di Pinkie Cleugh ma del prezioso e unico bottini desiderato dagli inglese non c’è traccia: di notte, in tutta fretta ed in gran segretezza, Mary è stata portata al sicuro nel convento di Inchmahome, che sorge su di un isoletta al centro del Lake of Menteith. Custodita dai monaci la bambina vive ignara di quello che sta succedendo nel mondo esterno dove, nel frattempo, viene ancora tessuta la trama del suo destino: a 5 anni e 8 mesi la giovane Stuart passa da essere futura regina di Inghilterra a futura regina di Francia. La proposta viene da Enrico II, re francese e padre del delfino, ossia l’erede al trono, Francesco II. Come rifiutare? Mary, trattata al pari di un oggetto, viene spedita immediatamente in Francia accompagnata dalle “quattro Mary”, quattro coetanee ed omonime bambine scelte tra le famiglie più nobili della Scozia (M.Fleming, M.Beaton, M.Livingstone, M.Seton). il 13 agosto 1548 la sua nave approda sulle coste francesi: per l’ignara Mary si chiude la spensierata infanzia ed inizia una vita di prove e doveri.

L’accoglienza che la Francia riserva alla giovane futura regina è a dir poco sfarzosa. Fin dal suo sbarco Mary, su ordine dello stesso Enrico II, è circondata da agi ed attenzioni e lungo la strada verso Saint-German, viene preceduta da un corteo formato da 150 bambini, tutti sotto gli otto anni, che danzano e suonano flauti e tamburi in suo onore. La corte di Francia all’epoca è una delle più brillanti e grandiose d’Europa e così la giovane Mary Stuart cresce circondata dall’arte, dal fasto, dalla musica e dalla cultura: studia le lingue classiche, greco e latino, ma anche l’italiano, l’inglese e lo spagnolo; compone magnifici versi e poesie; canta melodiosamente e suona il liuto; le sue danze sono incantevoli, i suoi ricami un’opera d’arte. Inoltre è anche un’abile cavallerizza, una cacciatrice appassionata ed un’esperta nel gioco della palla. È insomma una bambina caratterizzata da un precoce sviluppo intellettuale, brillante e competente, come scrive con orgoglio lo zio, il cardinale di Lorena, a sua madre Maria di Guisa:
“Vostra figlia è così cresciuta e cresce talmente ogni giorno in statura interiore, bellezza e intelligenza, che è già praticamente perfetta in tutte le attività buone e nobili. In questo regno nessuna delle figlie della nobiltà o di altri ceti può starle a fianco. Devo riferirvi che il re la trova così gradevole da trascorrere spesso più di un’ora da solo con lei, ed essa sa intrattenerlo con discorsi interessanti e ragionevoli come potrebbe fare una donna di venticinque anni” (S.Zweig, Maria Stuarda, pag 28)
Oltre alle doti intellettuali, Mary ha anche un aspetto fisico particolarmente grazioso, non è bellissima ma ha un viso delicato, con occhi scuri e dolce dallo sguardo misterioso, una pelle bianca e liscia sulla quale il vaiolo non ha fortunatamente lasciato alcun segno, lungi e folti capelli biondo cenere ed un corpo alto e slanciato. I poeti di corte compongono versi che lodano la bellezza della giovane Stuart ed in particolare Du Bellay scrive:
“Nel vostro animo il cielo si sublima, natura ed arte nella vostra bellezza han messo tutto il bello di cui la bellezza è formata.” (S.Zweig, Maria Stuarda, pag 29)


Completamente l’opposto di questa vivace ed energica fanciulla è il suo futuro marito, il delfino Francesco, un ragazzo debole, pallido e malaticcio. Proprio per l’incerto stato di salute dell’erede i Valois spingono affinchè il matrionio avvenga il più presto possibile in modo da assicurarsi la corona di Scozia: Francesco ottiene la matrimonial crown da parte del parlamento scozzese ma contemporaneamente i Guisa, parenti di Mary da parte di sua madre, estorcono alla povera ed ignara quindicenne un documento in cui ella si impegna, in caso di morte prematura o senza eredi, a cedere alla corona francese il proprio paese ed i suoi diritti ereditari sull’Inghilterra. Il 24 aprile 1558 viene celebrato il matrimonio, nella alla chiesa di Notre Dame, davanti al popolo in giubilo. Tutti acclamano la nuova giovane coppia reale, che viene festeggiata con sfarzosi banchetti, musica e balli. Da Regina di Scozia, Mary è ora anche Regina di Francia e poco tempo dopo il destino le porge anche una terza corona: in Inghilterra è morta la regina Maria ed il trono è passato alla sorellastra Elisabetta, nata dalle nozze di Enrico VIII con la sua amante Anna Bolena, che fu in seguito decapitata. Il mondo cattolico francese sosteneva che Elisabetta non fosse l’erede legittima poiché suo padre dichiarò illegittimi sia il matrimonio che la figlia: la prima persona in linea di successione che ha il diritto di sedere sul quel trono è proprio Maria Stuarda, pronipote del defunto Enrico VIII. Usando la nuora come una marionetta, Enrico II fa aggiungere allo stemma dei due delfini anche la corona inglese, annettendo il titolo di “Regina d’Inghilterra” nel nome usato da Mary pubblicamente e nei documenti. Questa provocazione, che irritò molto Elisabetta, sancisce l’inizio dell’ostilità che caratterizzerà tutta l’esistenza delle due regine portando Elisabetta a considerare Mary come la sua rivale più pericolosa.


Nel 1559 un improvviso lutto scuote la corte di Francia: il 10 luglio Enrico II muore a seguito delle ferite riportate durante un torneo ed il suo regno passa al figlio Francesco II. A 6 giorni Regina di Scozia, a 6 anni fidanzata del delfino, a 17 anni Regina di Francia: il destino ha dato a Mary Stuart tutto il possibile potere terreno in pochissimo tempo e soprattutto senza sforzo, in modo così facile che la sua fortuna sembra inesauribile. Dice Stefan Zweig: “Nella rapidità del suo destino è contenuta però, in germe, anche la chiave della sua inquietudine e insaziabilità: chi è stato così presto il numero uno di un paese e del mondo, non potrà mai più accontentarsi di una vita mediocre. Solo le nature deboli rinunciano e dimenticano, quelle forti non si piegano e sfidano anche il destino più potente” (S.Zweig, Maria Stuarda, pag 37)
Ma è un periodo passeggero, un sogno sfarzoso ma rapido. Francesco II è un ragazzo di salute cagionevole, la sua vita è destinata a durare ben poco e la sua malattia lo costringe spesso a letto a causa della febbre. Dopo appena un anno di regno, il 16 dicembre 1560, Francesco muore a seguito di un’infezione all’orecchio lasciando la diciottenne Mary Stuart vedova e non più regina di Francia. Per 40 giorni ella rispetta il lutto, vestendosi di bianco come spetta ad una vedova di re e componendo sonetti in onore del defunto marito.
Senza posa il mio cuore sente il rimpianto d’un assente;
allorchè i miei occhi si alzano verso il cielo
vedo in una nube il dolce disegno dei suoi occhi;
d’improvviso, nell’acqua come in una tomba,
se mi riposo assopita nel letto,
lo vedo e sento che mi tocca;
nel dolore, nella gioia, è sempre con me.
(S.Zweig, Maria Stuarda, pag 42)


Iniziano ben presto ad arrivare i primi ambasciatori, vengono avanzate nuove proposte di matrimonio ma Mary sta già volgendo lo sguardo al regno che le spetta per eredità, a quel Paese che si è lasciata indietro da piccola e che non vede più oramai da 12 anni. Pochi mesi prima era venuta a mancare anche sua madre, Maria di Guisa, che reggeva per lei la Scozia, lasciando il Paese in mano ad alcuni lord protestanti ed in preda al disordine politico ed alle lotte religiose. La giovane Mary Stuart decide che è inutile continuare a rimandare il viaggio e si prepara per la partenza richiedendo un safe conduct, un visto di transito su territorio inglese. Inizialmente Elisabetta nega tale concessione poiché Mary si era rifiutata di firmare un trattato col quale la riconosceva legittima regina d’Inghilterra, a seguito dello scandalo dell’uso improprio dello stemma reale. Dopo varie trattative Elisabetta cede e fa preparare il salvacondotto. È troppo tardi però, Mary ha deciso di tentare la traversata via mare ed è già partita dal porto di Calais: così come è arrivata, la regina di Scozia lascia per sempre la Francia, scortata da uno sfarzoso corteo a cavallo, riccamente vestita ed accompagnata dalle fedeli quattro Mary e dai poeti di corte, che compongono lamenti in suo onore, come questo di Ronsard:
Come potrebbero cantare le bocche dei poeti, quando per la vostra partenza le muse tacciono? Tutto ciò che è bello non dura, le rose e i gigli regnano una sola primavera. Così la vostra bellezza, appena apparsa per quindici anni nella nostra Francia, è d’improvviso scomparsa come svanisce un lampo, e di sé ha lasciato il solo rimpianto, il solo dolore che senza posa causa al mio cuore il ricordo di tale principessa. (S.Zweig, Maria Stuarda, pag 50)
Il poeta Brantome invece descrive il maniera toccante il dolore di Mary Stuart durante il distacco dalla Francia:
“Non appena la nave ebbe lasciato il porto e si levò una brezza, si cominciò ad issare le vele. Con entrambe le braccia appoggiate sulla balaustra, accanto al timone, scoppiò in un pianto disperato, continuando a guardare coi suoi begli occhi il porto e il punto da cui erano salpati, ripetendo incessantemente le tristi parole “Addio, Francia”, finchè cominciò a far notte. Le si consigliò di andare a riposare e scendere sotto coperta, ma rifiutò energicamente, e così le fu preparato un giaciglio sul ponte. Al timoniere in seconda diede disposizioni precise affinchè, non appena facesse giorno, nel caso che si potessero ancora scorgere all’orizzonte i contorni della Francia, la svegliasse immediatamente, senza paura di scuoterla, magari violentemente. La fortuna assecondò in effetti il suo desiderio. Dato infatti che il vento era cessato e si era dovuto ricorrere ai remi, quella notte non si procedette molto. All’alba la costa francese era davvero ancora intravedibile. Non appena il timoniere ebbe adempiuto al suo compito, Maria Stuarda si alzò dal giaciglio e continuò a guardare la Francia finchè rimase in vista senza stancarsi di ripetere le parole “Addio, Francia, Francia Addio! Credo che non ti rivedrò mai più!” (S.Zweig, Maria Stuarda, pagg 51-52)



(Fonte: Maria Stuarda, Stefan Zweig)
Parte 1: L’infanzia e l’adolescenza in Francia
Parte 2: Il ritorno in Scozia ed il secondo matrimonio
Parte 3: L’assassinio di Davide Rizzio
Parte 4: L’omicidio di Darnley
Parte 5: Il terzo matrimonio e la prigionia a Loch Leven
Parte 6: La prigionia inglese
Parte 7: Verso la fine
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