L’altro giorno mi sono imbattuta in questo interessantissimo articolo postato sul blog del Culloden Battlefield Visitor Center. La battaglia di Culloden, combattuta nel 1746 poco lontano da Inverness, ebbe effetti disastrosi per la cultura gaelica e per la vita degli scozzesi (e non solo, come leggerete) che in quel tragico giorno perdevano definitivamente la speranza di riprendersi la propria indipendenza e restaurare sul trono un re del casato degli Stuart, famiglia privata del titolo regale e mandata in esilio in Francia prima e a Roma poi. Molte persone pensano erroneamente che la battaglia di Culloden venne combattuta tra Scozzesi ed Inglesi ma in realtà non fu così. Andiamo dunque a scoprire la verità in questo articolo, che ho tradotto per voi e che potete trovare in lingua originale nel Blog “Culloden Batterfield: Behind the scenes look at Culloden Battlefield and the National Trust for Scotland”.
‘ It’s not Scotland VS England’
Probabilmente, una delle idee sbagliate più comuni che i visitatori hanno al Culloden Battlefield è la convinzione che la battaglia fu combattuta tra Inghilterra e Scozia. Non fu così. Uno degli aspetti più importanti di questa battaglia è che fu a tutti gli effetti una guerra civile. Molte famiglie erano divise nelle due fazioni che si fronteggiarono e le ragioni che portarono gli uomini a combattere furono molto più complesse della semplice questione della provenienza.
Il primo movimento Giacobita si sviluppò quando il re cattolico James II d’Inghilterra e VII di Scozia venne deposto dal trono, il quale passò nelle mani del cognato protestante Guglielmo d’Orange. Il termine giacobita, che deriva dal latino ‘Jacobus’ ossia James (l’italiano Giacomo), sta ad indicare un sostenitore dell’esiliato James II e dei suoi discendenti nella rivendicazione del trono inglese. Detto in parole povere, i giacobiti volevano uno Stuart sul trono Inglese. Ma perché un re Stuart anziché Guglielmo d’Orange, sua moglie la regina Anne, o gli Hannoveriani re George I e Geroge II? Si potrebbe dire che inizialmente si trattò di una questione religiosa, con i cattolici che si schierarono con i giacobiti. Quando re James II e VII era al potere, credeva nel diritto divino del re e di conseguenza il Governo si vide privato di alcuni poteri. Il cattolicesimo era inoltre la religione dei nemici storici degli inglesi, Francia e Spagna, e quando il parlamento inglese spinse Guglielmo d’Orange a conquistare il trono la religione della famiglia reale cambiò, diventando il protestantesimo. L’Act of Settlement del 1701 in qualche modo suggellò il destino degli Stuart dichiarando che chiunque fosse diventato Cattolico, o ne avesse sposato uno, perdeva il diritto di ereditare il trono. Quest’atto fu la ragione per cui il trono passò al casato degli Hannover, nella figura del re Giorgio I.
Se la ragione fosse stata solo questa sarebbe stato facile spiegare chi era dalla parte dei giacobiti. Ahimè, niente nella storia è mai così semplice. Dopo quelle religiose ci sono le motivazioni politiche. Nel 1707 i regni di Scozia ed Inghilterra vennero uniti formando la Gran Bretagna ma molte persone non erano soddisfatte, date le evidenti disparità soprattutto economiche nelle diverse aree dei Paesi. Alcuni sentivano che il Parlamento Scozzese era divenuto corrotto e che la Scozia, dominata dall’Inghilterra con il terrore, avrebbe fatto la fine del Galles, che 400 anni prima era stato inghiottito dal Governo inglese. Dall’altra parte gli inglesi sentivano che avrebbero dovuto pagare di tasca loro i debiti scozzesi derivanti dall’infruttuoso Darien Scheme (dettagli qui) e che i mercanti scozzesi sarebbero stati autorizzati a commerciare con le colonie in America, sottraendo loro profitti. La sfiducia diffusa da ambo le parti sfociò in disordini in entrambi i lati del confine.
Le trasformazioni dell’economia e della politica avvenute dopo l’unione alimentarono nei giacobiti la necessità di un cambiamento. Il fatto che le città e le zone delle Lowlands fossero favorite rispetto al Nord del Paese, spinse molti abitanti delle Highlands ad unirsi alla causa giacobita per combattere l’unione. L’emozione di prendere parte ad una nuova causa e combattere contro le persone al potere spinse molti giovani, in cerca di gloria e avventure, a diventare giacobiti. Infine, la crescente tensione diffusa in Gran Bretagna, venne vista dalle altre potenze europee come un’opportunità di espandere il proprio potere e le rivolte giacobite vennero supportate anche dalla Francia, dall’Irlanda e dalla Spagna che portarono reclute da oltremare nella speranza di smantellare la potenza inglese.
Se molte persone si unirono alla causa perché lo volevano, molti altri lo fecero per necessità. Il sistema sociale dei Clan era ancora largamente diffuso in Scozia e se il Capo Clan decideva di combattere con i giacobiti ai suoi uomini non restava che seguire il suo volere: se si fossero rifiutati di seguire il loro capo in battaglia, la loro casa, la loro proprietà, sarebbe stata data alle fiamme. Alcuni Clan fecero il doppio gioco e piazzarono uomini in entrambe le parti del conflitto: un figlio dalla parte dei giacobiti, uno con le truppe governative. In questo modo il Clan sarebbe stato al sicuro qualunque fosse stato l’esito dei combattimenti; gli uomini della parte perdente sarebbero stati definiti come un gruppo di ribelli, senza ripercussioni negative per il resto del Clan.
Con la crisi economica che colpiva moltissime persone nel paese la causa giacobita era vista come una possibilità di evadere dalla povertà e di far parte di un gruppo che si sarebbe preso cura dei suoi seguaci. Così, uomini dalla Scozia e dall’Inghilterra, si unirono ai giacobiti nella speranza di costruirsi una vita migliore. La religione giocava ancora una parte importante e nel 1745 molti Episcopaliani, che credevano nel diritto divino del re, si unirono alla causa per combattere a sostegno degli Stuart che erano considerati i legittimi eredi al trono e che, si sperava, avrebbero segnato la fine delle discriminazioni contro i cattolici.
Ecco quindi che, nel 1745 e nell’ultima rivolta, c’erano giacobiti che combattevano per un re Stuart, per la loro religione, per migliorare la loro condizione economica, perché erano stati costretti oppure per l’eccitazione di prendere parte ad una nuova causa. Il giacobita medio non esisteva. Essi venivano da tutti i ceti sociali e da tutta la Gran Bretagna. Il giorno della battaglia, a Culloden c’erano Clan schierati in entrambe le fazioni e uomini dall’Irlanda, dalla Francia, dall’Inghilterra e dalla Scozia che combattevano tutti per le loro ragioni personali. La battaglia è stata dunque più una guerra civile che un semplice scontro ‘Scozia contro Inghilterra’ come molti pensano.
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