Lo si trova all’improvviso, arroccato sul suo imponente scoglio e circondato da campi e prati verdi, pieni zeppi di ginestrone giallo e di allegri narcisi. Lo si scorge da lontano, ed è difficile resistere alla tentazione di iniziare a correre per raggiungerlo in fretta ed osservarlo da vicino . Il Dunnottar Castle è un vero gioiello, uno dei castelli più belli e suggestivi dell’intera Scozia e decisamente anche il mio preferito. Poco distante dal villaggio costiero di Stonehaven, sulla costa orientale della Scozia, il castello sorge su di un piccolo promontorio roccioso collegato a terra solo da uno stretto passaggio e circondato dalle fredde acque del Mare del Nord. Lo si raggiunge in due modi: lasciando la macchina nel parcheggio sterrato che si trova a cinque minuti di distanza oppure camminando lungo il sentiero costiero che parte dal vicino villaggio e che, inerpicandosi sul ciglio delle scogliere circostanti, in una quarantina di minuti porta a destinazione. Se avete tempo a sufficenza vi suggerisco decisamente la seconda opzione! Venite, vi porto a visitare il Dunnottar Castle virtualmente, partiamo subito!
- LA PASSEGGIATA COSTIERA PER RAGGIUNGERE IL CASTELLO
- LA STORIA DEL CASTELLO
- IL LEGAME CON I GIOIELLI DELLA CORONA SCOZZESE
- WHIG’S VAULT, LE MALSANE PRIGIONI DEL CASTELLO
- LA STRUTTURA DEL CASTELLO
- COME ARRIVARE AL DUNNOTTAR CASTLE
- IL VILLAGGIO DI STONEHAVEN
- DORMIRE E DOVE MANGIARE A STONEHAVEN

LA PASSEGGIATA COSTIERA PER RAGGIUNGERE IL CASTELLO
Si parte dal piccolo porticciolo del villaggio di Stonehaven e, seguendo le indicazioni, ci si inerpica su per una salita che all’inizio può davvero spaventare o mettere in difficoltà. Non preoccupatevi, è solo il primo pezzo di strada per raggiungere la sommità delle scogliere e una volta in cima la strada prosegue praticamente pianeggiante fino al castello. Arranco un pò, con varie soste per guardare indietro il paese che si fa sempre più piccolo, e una volta arrivata in cima imbocco il sentiero sterrato che, passando tra i campi, conduce sempre più vicino al mare. Eccomi infine, sulla cima di queste imponenti scogliere, con il vento che soffia fortissimo, le onde che si infrangono sulle rocce sottostanti e i numerosissimi uccelli marini che gracchiano e volano freneticamente attorno ai loro nidi costruiti nelle pareti rocciose.

Il paesaggio circostante è magnifico, il cielo limpido ed azzurrissimo e la vista spazia dall’immenso mare alle basse colline verdi che mi accingo ad attraversare. Dopo un paio di minuti abbondanti di contemplazione mi rimetto in marcia, raggiungendo poco dopo il Stonehaven War Memorial, un monumento che sorge sulla cosiddetta Black Hill, realizzato dall’architetto di Aberdeen John Ellis a ricordo dei caduti durante le guerre. Uno stretto sentiero si snoda tra una distesa enorme di narcisi bianchi e gialli tanto da sembrare davvero ritagliato in mezzo ai fiori. Per terra, un pavimento di erbetta verde e, a metà percorso, una panchina di legno che invita a sedersi e a contemplare il paesaggio.


Riprendo la marcia e mi avvicino sempre di più, ma mi fermo spesso perché attratta da un vista particolare, da uno scoglio un po’ strano, da un’inquadratura che appare perfetta. Decido di arrivare al castello da una via secondaria anziché dal sentiero costiero ed abbandono la mia strada, scendendo in un punto abbastanza accessibile fino a raggiungere la lunga spiaggia di sassi sottostante. Qui il vento soffia meno, il sole è tiepido e si sente un forte odore salmastro: cammino a fatica tra i ciottoli perfettamente rotondi, tenendo un occhio ben attento agli scogli nel caso qualche foca decidesse di farsi vedere. Arrivo proprio sotto al castello, ai piedi dell’imponente roccia sulla quale è costruito. Raggiungo l’entrata principale, una porticina piccola e stretta che si raggiunge attraverso un’altrettanto stretta strada piena di gradini e vengo immediatamente catapultata in un mondo antico nel quale il tempo sembra essersi fermato…


LA STORIA DEL CASTELLO
Il nome Dunnottar deriva dalla parola Pittica “Dun” che significa fortezza o luogo di resistenza. Il sito dove sorge il castello fu abitato fin dall’antichità dalla popolazione pre celtica dei Pitti, anche se non si conosce con precisione la data esatta. L’importanza del luogo per quest’antica popolazione era probabilmente di carattere religioso. I Pitti erano dei politeisti ed adoravano gli spiriti della natura che dividevano in divinità maschili e femminili; il sito del castello è legato alla leggendaria figura della “dama verde” (green lady), avvistato nei pressi delle cucine del castello, mentre cercava i suoi figli dispersi, ossia quei Pitti che furono convertiti al Cristianesimo attorno al V secolo a.C. Nel V secolo St Ninian portò il cristianesimo tra la popolazione dei Pitti, e scelse Dunnottar come sito dove venne costruita una delle sue numerose chiese.

Più tardi, nel IX secolo, il re Donald II, il primo ad essere chiamato rí Alban, Re di Scozia, fu ucciso mentre proteggeva Dunnottar Castle da un’invasione vichinga: la sua morte fu tuttavia vana poiché i vichinghi conquistarono e distrussero il castello. Nel XII secolo Dunnottar Castle divenne un insediamento cristiano e la prima cappella di pietra fu consacrata nel 1276. Secondo la testimonianza di “Blind Harry”, un poeta del XV secolo e il cui poema epico fu d’ispirazione per il film Braveheart, William Wallace conquistò il castello, che durante la guerra d’indipendenza era in mano inglese, nel 1297 e diede fuoco a questa cappella con una guarnigione di soldati inglesi chiusi al suo interno. La cappella odierna fu ricostruita a seguito di questa vicenda, nel XVI secolo.

Dunnottar Castle fu la dimora di una delle più potenti famiglie in Scozia, i Conti Marischal. Proprio un componente di questa famiglia, Sir William Keith, il primo conte Marischal, costruì la Tower House, o The keep (il mastio). Il titolo nobiliare fu elargito ai Marischal dal Re James II, che li nominò anche Ufficiali di Stato, assieme agli Steward e ai Constable. Il conte Marischal aveva una specifica responsabilità per gli eventi cerimoniali, per i gioielli della corona (Honours of Scotland) e per la sicurezza della persona del re dentro il Parlamento. Non era inusuale per i monarchi, inclusa poi Mary Stuart, Queen of Scots, passare del tempo presso Dunnottar Castle.


IL LEGAME CON I GIOIELLI DELLA CORONA SCOZZESE
Nel 1649 Charles I Re di Scozia ed Inghilterra (nipote di Mary Stuart), fu giustiziato da Oliver Cromwell, l’autoproclamatosi Lord Protettore (lord Protector). Nel 1650, il suo giovane figlio Charles II arrivò nel Nord Est della Scozia e passò una notte a Dunnottar prima di riprendere il viaggio a Sud per rivendicare il trono del padre. Apprendendo la notizia del suo arrivo, Cromwell ordinò un attacco massiccio alla Scozia: in tutta fretta Charles II venne incoronato a Scone, antica sede di incoronazione dei re scozzesi, ed i Gioielli della Corona, anziché venir riportati al castello di Edimburgo che era sotto assedio dalle truppe inglesi, furono consegnati sotto la custodia del Conte Marischal che ricevette il compito di tenerli al sicuro presso Dunnottar Castle.

La corona, lo scettro e la spada di Stato furono portati nella fortezza da Katherine Drummond, nascosti in una sacco di lana. Tuttavia, non passò molto prima che il castello cadesse sotto assedio: per otto mesi la guarnigione di settanta uomini resistette contro gli invasori, finchè arrivò l’artiglieria pesante. Dopo dieci giorni di bombardamenti le truppe del castello si arresero ma gli inglesi, una volta entrati, non trovarono quello che stavano cercando. I gioielli della corona erano stati segretamente trasportati nella chiesa di Kinneff e sepolti sotto il pavimento, dove rimasero per ben undici anni, prima che il re ritornasse sul suo trono e diede disposizioni di riportarli ad Edimburgo. Ad organizzare la “fuga” del tesoro furono due donne, Elizabeth Douglas e Christian Fletcher, moglie del luogotenente del castello la prima e del pastore della parrocchia locale la seconda. Esistono due versioni di come le donne riuscirono nel loro intento. Christian Fletcher dichiarò nel 1664 di essere risuscita, durante tre visite al casello avvenute tra febbraio e marzo del 1652, a portar via corona, scettro e spada nascosti in sacchi di merce varia; un’altra versione, data agli inizi del XVIII secolo da un precettore del Conte Marischal, afferma che i gioielli furono calati dal castello alla spiaggia sottostante, dove furono raccolti dai servi della Fletcher e trasportati in una cesta di frutti di mare fino alla chiesa dove vennero sepolti dalla stessa Fletcher e da suo marito. Quando gli “Honours” vennero rimossi dal loro nascondiglio scoppiò una disputa per chi avesse effettivamente salvato i gioielli: a Fletcher vennero assegnati 2000 merks (monete d’argento scozzesi), ma pare che la somma non fu mai pagata.

WHIG’S VAULT, LE MALSANE PRIGIONI DEL CASTELLO
Uno dei capitoli più oscuri della storia di Dunnottar è quella del “Whig’s Vault”. Nel 1685, 122 uomini e 45 donne, il cui crimine era il rifiuto di riconoscere la supremazia del re nelle questioni spirituali, vennero rinchiusi dal 24 maggio fino alla fine di luglio nelle cupe e malsane prigioni del castello, in condizioni igieniche pessime e con scarsissime scorte di cibo. Trentasette di loro giurarono fedeltà al re e furono rilasciati, venticinque riuscirono a scappare anche se quindici vennero nuovamente catturati e due morirono nell’impresa, precipitando dagli scogli. Cinque prigionieri morirono nelle prigioni e tutti gli altri vennero deportati nelle indie Occidentali, ma si crede che circa settanta di loro morirono di febbre durante il viaggio in mare.

Nel 1715, il decimo ed ultimo Conte Marischal, George Keith, fu condannato per tradimento per aver preso parte alla rivolta giacobita. Le sue proprietà, incluso Dunnottar Castle, vennero sequestrati dal Governo. Il castello viene in seguito abbandonato finchè venne acquistato dalla famiglia Cowdray nel 1925. Il primo Visconte Cowdray, Weetman Pearson, intraprese un sistematico lavoro di ristrutturazione: da allora il Dunnottar Castle è rimasto nella proprietà di questa famiglia ed aperto ai visitatori.
LA STRUTTURA DEL CASTELLO
Accessibile attraverso un ripido sentiero, il Dunnottar Castle si trova in una posizione strategica che permetteva di avere un buon controllo sulla zona circostante. Molti degli edifici, costruiti tra il XIII e il XVII secolo, sono dislocati su di un promontorio di circa 1,4 ettari e la struttura dominante è la fortezza o “tower house” costruita nel XIV secolo. Gli altri edifici principali sono la gatehouse (il corpo di guardia), the chapel (la cappella) e il “palazzo” del XVI secolo dove si trova anche il Whigs’ Vault.

A) Accesso e Benholm’s Lodging B) Tunnels C) Tower House D) Forge E) Waterton’s Lodging G) Stalle H) Palazzo I) Cappella J) Whigs’ Vault K) Campo da bocce L) Vedetta M) Scogliera N) Mare del Nord
(immagine di Jonathan Oldenbuck )
L’entrata del castello, dominata da fortificazioni esterne, è attraverso il main gate, il cancello principale situato in una fenditura delle scogliere rocciose e protetto da un imponente muro di massi e da un portcullis (cancello di ferro tipo saracinesca, tipico dei castelli medievali) del quale oggi rimangono solo delle fessure scavate nel muro dove era fissato. In effetti la porta d’ingresso attuale, che risale al XVII secolo, è davvero piccola e stretta. Tuttavia si può ancora vedere l’originale entrata ad arco, leggermente più grande. Per un castello così arroccato non si poteva certo costruire un’entrata trionfale e le ridotte dimensioni erano anche sinonimo di maggiore difendibilità. Accanto al cancello principale si trova il Benholm’s Lodging, un edificio di cinque piani costruito nella roccia, che ospita una prigione e degli appartamenti. Alcune piccole finestrelle poste su tre livelli che si affacciano verso l’esterno sulla parete della Benholm’s Lodging, erano usate a scopo difensivo per poter colpire eventuali invasori che si apprestassero a conquistare il castello attraverso l’entrata principale. Anche nei pressi di quest’ultima, proprio di fronte al cancello d’ingresso, si trovano scavati nella pietra quattro fori porta cannoni (gun ports) per fronteggiare gli avversari nel caso fossero riusciti a penetrare nella fortezza. Una volta superata la porta d’accesso, il passaggio lastricato d’entrata fa una secca curva a sinistra, altra tattica difensiva per rallentare l’avanzata dei nemici, per poi proseguire in salita attraverso due gallerie ad arco e fino a sbucare in cima al promontorio, in un prato d’erbetta verde nei pressi della fortezza principale. Un secondo ingresso conduce al castello da una baia rocciosa, dall’interno di una grotta marina nella parte Nord delle scogliere di Dunnottar, abbastanza grande da poter ospitare una piccola barchetta. Da qui, un ripido sentiero porta ad un’angusta porta fortificata (postierla) sulla sommità del promontorio che a sua volta conduce al castello attraverso la Water Gate del palazzo.
La fortezza, o Tower House, risalente al XIV secolo, ha un sotterraneo di pietra a volta e originariamente aveva altri tre piani ed una soffitta. Misura 12×11 metri ed è alta 15 metri fino al tetto; le stanze principali che vi si trovavano erano la great hall e le stanze private del Lord, con una camera da letto ai piani superiori. Al piano interrato c’era un magazzino e la fucina di un fabbro con un grande camino. Nelle vicinanze si trovano le stalle e la Waterton’s Lodging, conosciuta come the Priest’s House, la casa del prete, costruita attorno al 1574. Questa piccola casa, che includeva una hall e una cucina a piano terra e camere private al piano superiore collegate da una scala a chiocciola esterna, prende il suo nome da Thomas Forbes of Waterton, un attendente del settimo conte Marischal.
Il palazzo, nella parte Nord Est del promontorio, fu costruito nel tardo XVI secolo e comprende tre ali principali disposte a formare un quadrilatero e fu probabilmente opera del quinto conte Marischal. Con i suoi sette identici alloggi costruiti nella parte Ovest, dotati di finestre e caminetti e che si aprivano tutti sul quadrangolo interno alla struttura, esso forniva grandi e confortevoli camere per sostituire quelle più piccole della Tower House. Sopra gli alloggi c’era una lunga galleria di 35 metri, che oggi è senza tetto ma che in passato aveva un elaborato soffitto di quercia e nella quale era esposta una tavoletta romana prelevata dal Vallo di Antonino. Nell’estremità Nord della galleria era presente un salotto accessibile anche dall’alloggio sottostante.

I sotterranei della struttura nella parte Nord ospitavano le cucine e i magazzini, con una sala da pranzo ed una grande sala al piano superiore e al piano terra c’è il Water Gate, che permetteva l’accesso all’entrata secondaria nelle scogliere settentrionali. Nella parte Est del palazzo erano ospitate una dispensa, una stanza di cottura con un forno e un panificio al piano terra e una suite e un appartamento per la Contessa a quello superiore. Non distante si trovavano gli appartamenti del Conte che includevano la “King’s Bedroom”, la stanza da letto nella quale venne ospitato Charles II. In questa stanza c’è una pietra lavorata con lo stemma del settimo conte e sua moglie e la data 1654. Sotto queste camere c’è il Whigs’ Vault, una cella misurante 16×4,5 metri con una grande finestra e un’ulteriore deposito sottostante raggiungibile tramite una botola nel pavimento. Delle camere del palazzo, solo la sala da pranzo e la Silver House conservano tutt’oggi un tetto, restaurato nel 1920. L’aerea centrale del palazzo ospita una cisterna circolare profonda circa 8 metri e un campo da bocce si trova poco distante. Accanto all’edificio si trova la cappella, consacrata nel 1276 e largamente ricostruita nel XVI secolo, che conserva ancora la sua muratura medievale e due finestre del XIII secolo.

COME ARRIVARE AL DUNNOTTAR CASTLE
C’è un parcheggio sterrato disponibile per i visitatori, con una stradina che in pochi minuti porta proprio davanti al promontorio dove sorge il castello. Si trova sulla Tourist Costal Route che si imbocca dalla A92 poco prima della svolta per il cenro di Stonehaven. Se invece volte godere appieno del magnifico paesaggio potete intraprendere il percorso che, tramite un comodo e scenografico sentiero, porta dal centro abitato al castello in circa 30-40 minuti (lunghezza percorso: 5.5km andata e ritorno). Una volta lasciata l’auto in uno dei numerosi parcheggi presenti in paese, si prosegue lungo la spiaggia su di una passerella in legno lungo la quale si trovano alcune sculture realizzate con materiali naturali. Una volta giunti al piccolo porticciolo si imbocca il sentiero vero e proprio che è molto ripido solo nel primissimo tratto, per poi proseguire pianeggiante tra le campagne e lungo la costa fino ad arrivare al Castello (percorso giallo nella mappa sottostante).
E se non volete tornare dalla stessa strada, potete fare una deviazione per il Dunnottar Woods (percorso verde nella mappa sovrastante) e ritornare a Stonehaven attraverso questo tranquillo boschetto al cui interno si possono trovare alcuni manufatti storici, come la shell house, una piccola casetta ricoperta di conchiglie, o il Lady Kennedy’s bath, una specie di piscina costruita lungo un ruscello, risalenti all’epoca in cui il bosco faceva parte della proprietà della famiglia che risiedeva nell’ormai demolita Dunnottar House. Sinceramente, non mi ha entusiasmata molto, ma camminare tra gli alberi in una tiepida giornata di sole è senza dubbio molto rilassante e rigenerante. Seguentdo i numerosi sentieri presenti nel Dunnottar Woods si ritorna nel centro di Stonehaven. Il percorso circolare (Stonehaven -> Dunnottar Castle -> Dunnottar Woods -> Stonehaven) è lungo approssimativamente 7,2 km.
IL VILLAGGIO DI STONEHAVEN
Stonehaven è un villaggio di circa 11.000 abitanti, affacciato sul Mare del Nord nella parte nord orientale della costa scozzese e facente parte dell’area amministrativa dell’Aberdeenshire. Con la sua magnifica posizione aperta sulla Stonehaven bay, il villaggio presenta un entroterra di colline, valli fluviali e foreste. Si presenta come un paese piccolo e tranquillo, ma con molte da cose da vedere e molto attrezzato per accogliere i turisti. Conosciuta principalmente per il Dunnottar Castle, Stonehaven offre anche un piccolo museo della pesca, il Toolboth Museum, una piscina riscaldata all’aperto dallo stile un pò retrò, nonchè numerosissime passeggiate nei magnifici dintorni.
Sito ufficiale di Stonehaven: http://www.stonehavenguide.net/



DORMIRE E MANGIARE A STONEHAVEN
Se avete in programma di trascorrere una o più notti a Stonehaven vi suggerisco di alloggiare al Baybiew b&b, una guesthouse che dispone di camere private e di appartamenti affacciata alla spiaggia. Le stanze sono magnifiche, ben arredate e dotate di ogni confort. Noi avevamo dormito nella Green Room, una camera con vista sul retro ma molto carina. La colazione è servita nella soleggiata sala al piano terra, vista mare, e se è bel tempo potete godervela anche all’aperto! Per la cena non ho dubbi: non potete lasciare Stonehaven senza aver provato il pluripremiato The Bay fish and chips, sulla spiaggia, eslcusivamente da asporto. Ad ora è uno dei più buoni mai provati in Scozia!
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Complimenti Beatrice!! Dettagliatissimo articolo su questo splendido castello..hai detto praticamente tutto..interessantissimo!! la voglia di ritornare in Scozia aumenta sempre più…<3
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Grazie Germana! E’ il mio castello preferito, decisamente 🙂 Ci sono stata due volte e tutte e due le volte ho avuto la fortuna di vederlo sotto ad un sole splendente (e vento fortissimo). Magnifico, da togliere il fiato!!
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Cara Bea sto preparando un magnifico itinerario nella terra tanto amata da te. E Stonehaven mi acchiappa molto. Grazie per le tue preziose info. A presto 🙂
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Ciao Bea! Wow, a quando il viaggio? Spero di averti contagiata con la mia passione 😉 Stonehaven è bellissima, a me è piaciuta tanto, e la passeggiata costiera fino a Dunnottar è semplicemente mozzafiato! 😍
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L’ha ribloggato su l'eta' della innocenza.
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