La frase perfetta che descrive il mio ultimo viaggio in Scozia è “erano anni che sognavo di…”. Erano anni che sognavo di percorrere il Bealach Na Ba, erano anni che sognavo di vedere il Nord della Scozia (almeno un pezzettino), erano anni che desideravo scoprire il villaggio di Pitlochry. E soprattutto erano anni che volevo andare a vedere di persona il Vallo di Adriano, una destinazione che nella mia mente è sempre stata un luogo mitico e misterioso. Ma diciamo pure che erano anni che volevo esplorare la zona a Sud di Edimburgo: questo è stato decisamente il viaggio delle realizzazione di molti desideri e, grazie a Rabbie’s, ho potuto finalmente visitare di persona una parte dei Borders Scozzesi e seguire le orme degli antichi Romani sconfinando in Inghilterra. Visitando la Scozia in solitaria e non avendo un’auto con cui spostarmi, partecipare a dei tour giornalieri è per me un ottimo modo per visitare zone che con i mezzi pubblici non riuscirei a raggiungere. I tour di Rabbie’s (di una o più giornate) sono in assoluto i migliori e partono da Glasgow, Edimburgo ed Inverness. Con questo interessante tour ho visitato antiche abbazie, provato l’emozione di trovarmi sul confine scozzese, seguito a piedi il Vallo di Adriano e passeggiato tra i resti di quello che era un villaggio Romano. Venite con me, vi porto alla scoperta di queste meraviglie!
Alle 8.30 in punto il nostro pulmino bianco guidato dal buffo e simpatico Jim si lascia alle spalle il traffico e il brusio di una Edimburgo sotto la pioggia per immergersi nella calma e nella tranquillità dei Borders: gli Scottish Borders rappresentano storicamente tutta la zona a sud di Glasgow ed Edimburgo, la fascia verde e fertile che confina con l’Inghilterra, caratterizzata da ampie valli e spazi coltivati ad est e vaste brughiere e colline ad ovest. In realtà tale area oggi è chiamata Southern Uplands ed è formata dai Borders appunto e dalla regione del Dumfries and Galloway. I Borders sono una delle zone più ricche di edifici storici di tutta la Scozia, proprio perchè in passato erano tra le aree più densamente abitate della Nazione e perchè, data la vicinanza con l’Inghilterra, furono teatro di molte battaglie. Nei Borders si trovano anche quattro tra le più grandi abbazie scozzesi: Melrose, Dryburgh, Kelso e Jedburgh. E proprio nella cittadina di Jedburgh ci siamo fermati per la nostra prima tappa!

Adoro le antiche abbazie in rovina, e la Jedburgh Abbey è a dir poco spettacolare: fu fondata attorno al 1138 da Re David I per i monaci augustiniani che risiedevano in zona e rappresenta un mix di stili tra romanico e gotico. L’edificio è praticamente intatto ed anche se mancano il tetto e gli infissi la sua forma è quella originale. Le geometrie all’interno della navata sono decisamente fotogeniche e mi sono soffermata a scattare un sacco di fotografie da ogni angolazione. Attorno alla chiesa si possono osservare i resti di molti edifici dove vivevano i monaci e un bel cimitero (io adoro i cimiteri!) dall’erba verdisima. A Jedburgh si trova anche un altro interessante edificio storico: la Mary Queen of Scots House, che purtroppo visto il poco tempo a disposizione mi sono limitata ad osservare dall’esterno e con una velocissima occhiata all’interno. Dell’abbazia e della casa della mia sovrana preferita vi parlerò più approfonditamente in un altro articolo!



Da Jeburgh solo un quarto d’ora di macchina separa dal confine tra Scozia ed Inghiltera: a Carter Bar, dove la A68 passa il confine e si tuffa nel Northumberland National Park, ci siamo ritrovati immersi nella nebbia. Un vero peccato, perchè ero proprio curisa di godermi il paesaggio che, a quanto pare, è davvero delizioso! A Carter Bar non c’è nulla, se non un masso che indica che state entrando in Scozia. Ed è proprio questa la cosa bella ed emozionante, pensare di essere proprio sul confine, di poter fare un passo ed essere in Inghilterra e di farne un altro per ritrovarsi in Scozia. Ci siamo fermati giusto il tempo per una foto di rito, Jim ha tirato fuori la bandiera scozzese e ci ha immortalati uno alla volta sotto a quel grande masso. Nella foto a destra sono assieme ad altri ragazzi italiani che partecipavano al tour (ne approfitto per lanciare un appello: se state leggendo, fatevi riconoscere!).
Dalla Scozia siamo dunque passati in Inghilterra, avvicinandoci alla destinazione del nostro tour: il celebre Vallo di Adriano. Erano anni che sognavo di vederlo dal vivo e ho sempre avuto un’idea epica di questo grande manufatto Romano, per la sua grandezza e imponenza ovviamente, ma prima di tutto per il suo scopo: un muro che taglia orizzontalemente la Gran Bretagna costruito per “tenere fuori” dall’Impero i barbari scozzesi, il popolo che nemmeno i romani erano mai riusciti a domare e sottomettere al loro potere. A far costruire “the wall” fu l’Imperatore Adriano nel II secolo d.C: 117 km che correvano da Wallsend alla costa del Solvay Firth, 3 metri di spessore, 5 metri di alttezza, un fossato, una porta ed un forte o fortino ogni 1500 metri (per un totale di 97 tra forti e fortini) e due torri di guardia poste tra ogni fortino. Presso ogni forte sorgevano gli accampamenti delle truppe con baracche, un ospedale, un granaio, uno spazio per le esercitazioni. Una costruzione imponente, che oggi è patrimonio dell’Unesco e della quale rimangano molti resti anche se è purtroppo impossibile vedere una parte di muro interamente conservata.

La conoscenza da vicino del muro l’abbiamo fatta a Steel Rigg, dove ci siamo fermati per una passeggiata: ero convinta di avere almeno un’ora per fare una breve escursione ed arrivare fino al Sycamore Gap, un punto del muro dove cresce un albero, un sicomoro, molto suggestivo e fotogenico. Immaginate quindi la mia delusione quando, chiedendo a Jim se fosse possibile raggiungere questo punto, mi sono sentita rispondere che no, purtroppo abbiamo solo mezz’ora di tempo, non abbastanza per raggiungere l’albero. In due secondi ho pensato che: a) il sycamore gap era la cosa che più mi ispirava dell’intero tour b) avevo passato ore ad informarmi su questo tratto di muro e su quest’escursione c) probabilmente questa era l’unica occasione che avevo di vedere il muro in tutta la mia vita, once in a lifetime insomma. Quattro secondi dopo mi stavo fiondando verso il muro, intenzionata a raggiungere il Sycamore Gap nonostante il poco tempo a disposizione.

Ora, dovete sapere che il Vallo di Adriano non è tutto “dritto e pianeggiante”, anzi. Il muro segue l’andamento naturale del terreno, quindi se c’è una collina, il muro ci si arrampica. E qui in questa zona di colline ce n’erano una dietro l’altra. E’ proprio per questo che quella di Steel Rigg è considerata una delle migliori e più scenografiche passeggiate along the wall, perchè si sale e si scende su questi crags, su queste colline (letteralmente dirupi), con una bella vista sul lago di Crag Lough in distanza. Mi dispiace per la pessima qualità delle foto che seguiranno perchè, tempo grigio e foschia a parte, avevo l’obiettivo della macchina fotografica bagnato dalla pioggia e non avevo tempo per asciugarlo perchè ero troppo impegnata a non morire correndo su e giù per il sentiero. Ed in effetti qualche bello scivolone nel fango e col sedere sui sassi l’ho fatto!


Tre colline dopo, ho incontrato due escursionisti e, col fiatone, sono riucita a chiedere se il Sycamore Gap fosse vicino. Mi hanno risposto che era nella direzione opposta, cosa che ero assolutamente certa fosse impossibile. Non ho desistito e sono andata avanti: scendi e risali, scendi e risali ed infine eccolo, il magico Sycamore Gap, immagine iconica del Vallo di Adriano e location cinematografica del film Robin Hood. Si trova esattamente al centro della conca formate da due colline, a fianco al muro e con un antico pozzo vicino, come una sentinella silenziosa e, con la nebbia, molto misteriosa. Le mie foto non rendono davvero giustizia alla bellezza di questo luogo ed alle sensazioni che ho provato trovandomi li, da sola, tra raffiche di vento e nebbia.


Arrivata al magico sicomoro avevo solo 10 minuti per tornare indietro, meno della metà del tempo che ci avevo messo a raggiungerlo. Il tragitto di rientro verso Steel Rigg è stato caratterizzato da: corsa su per le colline, corsa in pianura, corsa giù dalle colline, sudore, naso colante, capelli completamente bagnati e incollati alla faccia, occhiali attraverso i quali non vedevo assolutamente nulla, fiatone, colpi di tosse, parolacce, togli giacca, caldo, scivoloni, togli maglia. A qualche centinaio di metri dal parcheggio – e con un ritardo di una decina di minuti – ho incontrato una ragazza cinese che partecipava al tour che era venuta a cercarmi preoccupata. Io vi giuro che in quel momento pensavo di morire. Non riuscivo a parlare, non sentivo più le gambe. Mi sono seduta al mio posto e ci ho messo tipo un quarto d’ora a riprendermi! Però caspita, ne è valsa la pena

E poi siamo arrivati a Vindolanda, e Jim ci ha dato 3 ore libere. E io avrei voluto avere mezz’ora in più sul muro e mezz’ora in meno qui, ma alla fine me le sono passate bene lo stesso. Questa è stata una pausa non inserita nella descrizione del tour quindi è stata per me una sorpresa, e mi è piaciuto tantissimo. Vindolanda era un villaggio romano, un enorme villaggio romano, uno tra i più importanti lungo il Vallo e la vastità dei resti è incredibile. Le strutture che si vedono oggi risalgono prevalentemente al III secolo (Vindolanda venne abbandonata nel IX secolo) e danno benissimo l’idea dell’intricata struttura del villaggio: un muro di cinta, quattro porte di entrata, la casa del comandante e degli ufficiali, le case dei civili, i negozi, le cucine, le latrine, addirittura le terme.


E’ possibile entrare nei resti, passeggiare per le strade di Vindolanda con tanto di sistemi di drenaggio ai lati, immaginarsi come dev’essere stato il villaggio, com’era la vita di chi viveva qui. Mi ha fatto un pò tristezza pensare che in Italia Pompei cade a pezzi mentre all’estero danno così importanza e mettono così tante cure nella cultura e nei resti archeologici Romani ma non solo. Una squadra di archeologi e volontari lavora costantemente in estate e autunno per portare alla luce nuovi edifici e nuovi resti. Oggetti, gioielli, armi, utensili di vita quotidiana scoperti proprio qui e conservati nel museo del sito archeoglogico. Tra i reperti più interessanti e preziosi ci sono le writing tables, delle vere e proprie cartoline dell’epoca: una serie di sottili tavolette di legno ricoperte di scritte ad inchiostro, conservatesi grazie al terreno particolarmente anossico del sito. Una preziosa testimonianza della vita privata e militare di due millenni fa con tematiche quanto mai attuali, come per esempio la richiesta di un comandante (Masculus) ad un prefetto di fornire più birra ai militari.


Il museo di Vindolanda è stata una piacevole scoperta: si trova più in basso rispetto agli scavi, in un avvallamento in fondo al quale scorre un ruscello, ed è ospitato in una casetta di sassi deliziosamente british, con un ponte di pietre, un giardino e la ricostruzine di un tempietto romano accanto al torrente. Un luogo magico, soprattutto con i timidi raggi di sole che hanno fatto capolino dalle nuvole mentre stavo pranzando.

Lasciata Vindolanda nel primo pomeriggio ci siamo diretti poco distanti, al Birdoswald Roman Fort: non abbiamo visitato il sito archeologico perchè c’erano dei lavori in corso ma qui si trova un pezzo di muro ben conservato e con la base così larga che è possibile camminarci sopra! Mi è piaciuto questa zona, molto verde, con un bel paesaggio collinare. Forse è perchè era uscito un pò di sole (poco poco eh!). Con il sole è tutto più bello!


E poi c’è stato un altro bellissimo fuori programma: ci siamo fermati al Lanercost Priory, un vecchio monastero fondato verso la fine del 1100 e passato alla storia per aver ospitato per ben 6 mesi il re inglese Edward II che di fatto per quel periodo regnò dal priorato. Più tardi, nel 1311, anche il sovrano scozzese Robert the Bruce soggiornò 3 giorni a Lanercost. Non ho visitato il monastero all’interno ma ho passeggiato nei dintorni in cerca di scorci interessanti.


Il cimitero di Lanercost è unico nel suo genere: io non hai visto un cimitero così “affollato”, con una lapide attaccata all’altra, tutte in fila, vicinissime, ricoperte di muschio e licheni che rendono le epigrafi ormai illeggibili. E mi hanno colpita i primi colori dell’autunno, le foglie rosse che si arrampicavano sui muri di sassi degli edifici circostanti creando un bellissimo contrasto. La visita a questo monastero è stata una graditissima sorpresa durante il tour!


La nostra giornata alla scoperta del Vallo di Adriano era ormai giunta al termine. La nostra guida Jim ci ha regalato un ultimo meraviglioso scorcio di Scozia e della regione dei Borders facendo una deviazione su una strada secondaria attraverso le Moffat Hills: il sole finalmente uscito dalle nuvole, la luce dorata del tardo pomeriggio ad illuminare dolcemente le colline ed i boschi, una bellissima immagine per concludere un’altrettanto magnifica giornata trascorsa tra Scozia ed Inghilterra!

Rabbie’s mi ha offerto di partecipare gratuitamente a questo tour ma le opinioni che trovate in questo articolo sono totalmente personali, oneste e basate sulla mia esperienza.
Bellissimo blog !
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Grazie mille ☺️
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Anche io sono anni che voglio visitare il Vallo di Adriano e tu non hai fatto che confermare quanto ne valga la pena. Le foto sono splendide, altro che di bassa qualità!
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Grazie Roberta! Ne vale decisamente la pena, posso confermartelo! Poi un tour del genere è l’ideale se si viaggia da soli. Ovviamente spero di tornarci con più calma in futuro 🙂
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Beatrice, adesso ti faccio ridere. Come sai, la mia testa è sempre al lavoro, e stavamo guardando per eventuali week-end lunghi. Il nord è infattibile arrivando da Edimburgo in così poco tempo, invece due giorni pieni per i Borders… e poof, mi trovo a leggere il tuo articolo! Dici che sarebbero sufficienti, magari inserendoci anche il Vallo di Adriano? Un bacione!
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Ciao Celeste! Piacerebbe molto anche a me visitare più approfonditamente i Borders e le Southern Uplands in generale, non ho visto moltissimo in questo tour! Però secondo me due giorni sono proprio pochi, potresti magari riuscire a fare il giro delle abbazie e dare un’occhiata al Vallo, un pò di più di quello che ho fatto io sicuramente 😉
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Come sempre il tuo resoconto di viaggio è stato piacevolissimo ed anche le foto, viste le condizioni del tempo sono venute bene. Mi hai portato dove purtroppo non avrò più occasione di andare, se non col pensiero. Grazie, continua a viaggiare anche per noi.
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Ciao Augusto, grazie mille! Mi fa sempre piacere leggere i tuoi mesaggi, ti ringrazio moltissimo! Il Vallo di Adriano era un sogno, essere li di persona è stato emozionantissimo! Un caro saluto e buona domenica!
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Beatrice che meraviglia! Se possibile questo tour è ancora più bello del precedente. Guarda sopporterei volentieri tutte le ore in bus pur di ripercorrere i tuoi passi…la voglio anche io la fotina con la bandiera scozzese addosso *_* L’abbazia in rovina è stupenda e anche lo scorcio della casetta del museo, per non parlare del cimitero e del famoso albero del film! Sempre bellissime foto che invogliano a partire subito 😉
E si hai ragione, qualche mezz’ora in più al Sycamore Gap! 😉
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Quella mezz’ora in più ci voleva decisamente! Avrei evitato di tornare sul bus in uno stato che pessimo è a dir poco…ero sconvolta…ahahah 🙂 Io non ho mai amato particolarmente i tour guidati, perchè è ovvio che non hai libertà come se ti spostassi in auto…però mi sono ricreduta! Questi a cui ho preso parte sono stati eccezionali!!!!
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Splendido e foto molto suggestive!
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Grazie mille Serena 🙂
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L’ha ribloggato su l'eta' della innocenza.
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Grazie mille, sono felice che l’articolo ti sia piaciuto 🙂
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emozioni indimenticabili in lungo ed in largo per la Scozia
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è da tanto che vorrei andare a vederlo, spero nel prossimo anno! 🙂 bellissime foto!
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Grazie mille! Te lo auguro, è un bellissimo angolo di Inghilterra, si respira davvero aria di storia!
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Anche io ho desiderato per tantissimo tempo di vedere il vallo di Adriano, e finalmente ci sono riuscita in occasione di un viaggio nel Lake District. Però per fortuna non ho dovuto correre, togliere la maglia, asciugare gli occhiali, ecc perché per fortuna quel giorno non ha piovuto 😉 Le foto sono bellissime!
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Ahahaha beata te Silvia 😛 Il tempo non è stato il massimo in effetti! Il Lake District mi attira tantissimo, come tutto il Regno Unito del resto! E’ molto diverso dalla Scozia o si assomigliano come paesaggi?
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I paesaggi si assomigliano abbastanza, però è meno “costiera”, quindi più paesaggi di montagna. Comunque bellissima come zona, e forse meno turistica della Scozia.
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Ci vorranno decenni per riuscire a visitare tutti gli angoli di Gran Bretagna che ho in mente Silvia 😛 Priorità Cornovaglia e Lake District, decisamente!
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in che periodo sei andata? quest’ottobre?
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Ciao Leonardo! Grazie mille per i complimenti, sono felice di riuscire a descrivere a parole le emozioni che provo viaggiando in Scozia! Questo tour l’ho fatto lo scorso settembre, speravo di trovare colori più autunnali ma era ancora presto purtroppo!
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I tuoi articoli sono sempre bellissimi, sia per come sono scritti sia per le foto! Veramente complimenti. Leggendoli sembra quasi di essere là e viene voglia di partire.
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CHE SOGNO! Ci voglio andare grazie x il post😁😁😁
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Grazie a te per essere passata Paola! 🙂 Vedere il Vallo di Adriano era un grande sogno anche per me!
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Eh sì……che belloooooooo
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