La giovane Flora MacDonald è conosciuta e ricordata in Scozia come un’eroina giacobita, poiché fu grazie a lei ad al suo coraggio che il Bonnie Prince Charlie riuscì a fuggire, salvandosi, dopo la disfatta di Culloden nel 1746. Flora nacque nel 1722 sull’Isola di South Uist, nelle Ebridi Esterne di Scozia, e trascorse la sua giovinezza in parte presso la residenza del cugino del padre, il capo del clan MacDonalds of Clananald e in parte ad Edimburgo, dove venne istruita per breve tempo. I MacDonalds erano sostenitori della causa giacobita, ed è per questo che Flora, allora ventiquattrenne, incontrò il Principe Charles Edward Stuart in persona, e rivestì un ruolo cruciale nella sua fuga verso la salvezza.
Ma prima di procedere, vediamo chi erano i giacobiti.
Il giacobinismo era il movimento politico che sosteneva il ritorno al trono di Scozia della famiglia degli Stuart (o Stewart). L’ultimo re Stuart, il cattolico Giacomo II d’Inghilterra (nonché Giacomo VII di Scozia) , fu deposto dal trono nel 1688 in favore di Guglielmo d’Orange, marito di sua figlia, Maria Stuart, entrambi di fede protestante. La ribellione e le battaglie che seguirono, e che insanguinarono la Gran Bretagna fino al 1746, non sono però da ricondurre solo alla lotta per la successione al trono o alla questione religiosa: esse rappresentarono anche un tentativo di indipendenza della Scozia, ma anche dell’Irlanda, che rivendicavano la loro autonomia dalla corona inglese. Il termine giacobita deriva dal latino Jacobus, che significa appunto Giacomo, e sta quindi ad indicare chi era sostenitore del ritorno del Re in esilio, nonché della fede cattolica. Ebbero inizio una serie di lotte e tentativi di riconquista del potere da parte di Giacomo II e poi, alla sua morte, dal figlio Giacomo Francesco Edoardo Stuart, noto come il vecchio pretendente e il re oltre le acque. La ribellione giacobita ebbe definitivamente fine quando il figlio di Giacomo Francesco, nonché nipote del vecchio Giacomo II, Carlo Edoardo Stewart, detto Giovane Pretendente o Bonnie Prince Charlie, decise di riprendersi il trono suo di diritto recandosi direttamente in Scozia per combattere, e dopo una serie di vittorie iniziali, venne sconfitto alla battaglia di Culloden. Nel giro di un’ora le forze giacobite, costituite per lo più da Highlanders non opportunamente attrezzati per la guerra, e inoltre stremati ed affamati dopo mesi di conflitti, vennero letteralmente massacrate dalla cavalleria e dai cannoni britannici e i pochi che riuscirono a fuggire furono inseguiti, catturati ed uccisi. Il Bonnie Prince Charlie riuscì a fuggire ed a rifugiarsi in Italia, dove era cresciuto sotto il potere Papale, e dove alla fine morì, vecchio, solo ed alcolizzato.

Ma tornando a noi, è dopo la disfatta di Culloden e la fuga di Charles Edward Stuart che entra in gioco la nostra Flora MacDonald. In quel periodo Flora viveva sull’isola chiamata Benbecula, vicino alla più grande e conosciuta Isola di Skye, e fu proprio là che il Bonnie Prince Charlie, in fuga e inseguito dalle truppe inglesi, trovò rifugio grazie al Clan MacDonalds, simpatizzante della causa giacobita. Il capitano O’Neill, compagno del Principe, chiese aiuto per Charlie e la giovane Flora, allora ventiquattrenne, dopo un brevissimo momento di esitazione, decise di aiutare il Principe a fuggire. Flora riuscì ad ottenere un permesso di viaggiare dall’Isola alla terraferma per sé, due servitori e un gruppo di sei marinai, con la scusa di andare a trovare la madre che si era risposata dopo la morte del marito e viveva a Skye. Nessuno sapeva però che, sotto le sembianze della cameriera irlandese Betty Burke, si celava in realtà Charles Edward in persona.
La barca con a bordo il Principe lasciò l’isola il 27 giugno 1746, ed è la stessa della quale si parla nella famosa canzone popolare “Skye Boat Song”. Arrivati a Skye, il Bonnie Prince Charlie venne nascosto in una grotta mentre Flora cercava aiuto, organizzando la fuga del Principe verso Portree, poi verso l’Isola di Raasay e in seguito verso la sicurezza dell’Europa, destando però sospetti tra la gente. Il 1° luglio Charles e Flora si lasciarono: secondo la leggenda il principe le donò un medaglione e un ritratto con la promessa che si sarebbero rivisti un giorno e lei lo salutò danzando sulla spiaggia quella che sarebbe poi diventata una famosa ballata scozzese (la Flora McDonald’s Fancy). Così Charles Edward Stuart riuscì a raggiungere la Francia ma la povera e coraggiosa Flora venne arrestata e imprigionata nella Tower of London, dove rimase tre anni prima di essere liberata. Si dice che Flora ottenne la grazia reale da parte di Giorgio II perché affermò di aver agito per carità, e che avrebbe fatto la stessa cosa anche per lui, se si fosse trovato in una situazione analoga di pericolo.
Dopo il suo rilascio, all’età di 28 anni, si sposò con Allan MacDonald of Kingsburgh, e vissero per un lungo periodo sull’Isola di Skye con i 7 figli. La sua lealtà e il suo coraggio, uniti al suo buon carattere, divennero celebri, e il poeta e scrittore inglese Dr.Johnson la descrisse come “una donna dai lineamenti morbidi, dai modi e dall’animo gentile e dall’aspetto elegante”. Nel 1774 Flora e suo marito emigrarono in America, in North Carolina. Durante la guerra d’indipendenza americana, Allan, divenuto capitano, combatté per il governo inglese nell’84 reggimento di fanteria, composto da emigrati delle Highlands e la leggenda vuole che la stessa Flora esortò le truppe del marito poco prima di una battaglia. Allan fu catturato e tenuto prigioniero per alcuni anni, durante i quali Flora fu costretta a nascondersi mentre la sua casa e le sue proprietà venivano devastate dai patrioti americani. Flora tornò in Scozia nel 1779 in una nave mercantile, che venne attaccata durante la traversata da una nave corsara. Rifiutando di lasciare il ponte, Flora venne ferita ad un braccio ma riuscì alla fine a raggiungere l’isola di Skye, dove visse ospitata da parenti, amici e figli. Il marito Allan la raggiunse dopo la guerra, nel 1784 e assieme riottennero la loro vecchia casa di Kingsburgh. Nel 1790, all’età di 68 anni, Flora morì nella sua casa sull’Isola di Skye e fu sepolta nel cimitero di Kilmuir, dove può essere tutt’oggi vista la sua lapide, che svetta accanto al mare, e che reca la scritta:
“…a name that will be mentioned in history, and if courage and fidelity be virtues, mentioned with honour.”
“…un nome che sarà ricordato nella storia, e se il coraggio e la fedeltà sono virtù, ricordato con onore”


Ecco di seguito un bellissimo brano strumentale dedicato a Flora MacDonald, la cui prima versione è datata 1757.
Esiste anche un ballo che porta il nome dell’eroina giacobita, il Flora MacDonald’s Fancy. I passi della danza sono quelli che, si dice, la stessa Flora eseguì come addio al Bonnie Prince Charlie. Si tratta di una danza leggiadra e aggraziata che si esegue con l’abito Aboyne, ovvero il vestito che le ballerine indossano nelle danze nazionali scozzesi: gonna a pieghe effetto bambola in tartan o bianca molto più vaporosa del kilt
10 pensieri riguardo “Flora MacDonald, la storia della leggendaria eroina scozzese”