Robert MacGregor, conosciuto come Rob Roy, ovvero “Rob il rosso” (dal gaelio Raibeart Ruadh) per via della sua folta e selvaggia chioma scarlatta, fu un fuorilegge ed eroe leggendario, definito addirittura “il Robin Hood della Scozia”, divenuto celebre grazie al romanzo dedicatogli da Sir Walter Scott prima e a varie opere cinematografiche poi. Rob nacque il 7 marzo 1671 a Glengyle, nei pressi del Loch Katrine nelle Highlands meridionali, da Donald MacGregor, fratello minore del capo clan, e Margaret Campbell. Spadaccino provetto ed abile costruttore, Robert era anche, come suo padre, un simpatizzante della causa giacobita, ossia di quelle persone che sostenevano il ritorno al trono di Scozia del re cattolico esiliato della famiglia Stuart. Nel 1693 Robert si sposò con Mary Helen MacGregor of Comar, ed ebbero, nel corso degli anni, 4 figli: James Mòr (l’alto), Ranald, Coll, e Robert, conosciuto come Robin Oig (giovane Robert). Successivamente adottarono anche un nipote, Duncan.
Percorrendo le tracce del padre, Rob Roy divenne un allevatore di bestiame di successo nelle Trossachs e iniziò a mettersi in affari con James Graham, Duca di Montrose, al quale nel 1711 chiese un prestito di 1000£ per acquistare altri capi di bestiame per il suo allevamento. Quei soldi vennero però rubati da una persona di cui Robert si fidava, che si dileguò con la somma. Montrose, senza dargli la possibilità di ripagare il suo debito, dichiarò Rob Roy un fuorilegge, bruciò la sua casa e sequestrò le sue proprietà e bestiame. Ci sono varie ipotesi sul perché di questa tempestività d’azione da parte del Duca: temeva che Rob, arrichendosi, sarebbe diventato potente ed utile ai ribelli giacobiti? Montrose voleva impossessarsi delle sue terre? O si trattò solo di semplice avarizia dell’aristocrazia scozzese?

Costretto alla fuga, MacGregor divenne un fuorilegge e giurò vendetta ad Duca, intraprendendo, con una banda di 20 uomini, una serie di razzie e saccheggi nella sua proprietà, grazie ai quali diventò ben presto una specie di eroe leggendario per i tenutari locali. Fu questo il periodo in cui nacquero la maggior parte delle leggendo sul suo conto. Si narra, per esempio, che venne catturato da un gruppo di soldati inglesi ma, mentre essi attendevano i rinforzi per portarlo in prigione, lui scappò facendo ubriacare tutti gli uomini che lo stavano sorvegliando. Durante il mio soggiorno a Duchray Castle, nei pressi del Loch Katrine, i proprietari mi hanno raccontato di una sua rocambolesca fuga: pare che Rob Roy, in visita al castello, sentì avvicinarsi delle Giubbe Rosse e fuggì dalla finestra della torre, lasciando sul letto sporran e pugnale, che divennero dei cimeli passati di generazione in generazione all’interno della famiglia Graham, proprietaria, all’epoca, del castello.

In un altro celebre episodio della sua lotta contro l’autorità, Robert, molto astutamente, si travestì da mendicante ed entrò nella locanda dove 40 uomini mandati per catturarlo stavano bevendo. I soldati iniziarono a deriderlo, ma lui zittì tutti affermando che sarebbe andato a riferire il loro vile comportamento a Rob Roy in persona, che avrebbe poi mostrato loro ciò che merita chi si prende gioco di un povero vecchio. Gli uomini, insospettiti e sorpresi, seguirono il mendicante quando quest’ultimo affermò di conoscere il famoso fuorilegge e di sapere addirittura dove si trovasse, promettendo di portarli direttamente da lui. Arrivati nei pressi di una casa, MacGregor/il mendicante disse loro di aspettare e si nascose all’interno dell’abitazione, dove lo stavano aspettando i suoi uomini. Invitati ad entrare 3 alla volta, i soldati vennero tutti disarmati e messi fuori combattimento, per venir poi rimandati sulla propria strada il giorno dopo, dopo aver confiscato tutte le armi. Sono moltissime le storie di fughe e di azioni eroiche, ed è difficile dire quali siano realmente accadute, e quali siano leggende costruite attorno alla figura dell’eroe fuorilegge.
Ciò che è certo, è che Rob Roy fu infine catturato nel 1725 dal Generale Wade, e venne imprigionato a Londra, nella Newgate prison. La sentenza prevedeva un suo trasferimento alle Barbados, ma poco prima della sua deportazione, ottenne la grazia da Re Giorgio I, e ritornò dalla sua famiglia, nel 1727. A fargli ottenere il perdono reale contribuì molto una sua biografia romanzata dal titolo “Highland Rogue”, scritta l’anno successivo alla sua cattura da Daniel Defoe (si, lo stesso che ha scritto Robinson Crusoe!) e che lo rese un eroe popolare. Robert “Rob Roy” MacGregor morì il 28 dicembre 1734 nella sua casa, nei dintorni di Balquhidder, nelle Trossachs, all’età di 63 anni, dopo aver passato gli ultimi anni in tranquillità con la sua famiglia. Mentre stava morendo, una cornamusa suonava I shall Return No More, un lamento funebre tratto dalla Bibbia.

La sua tomba può essere vista tutt’oggi nel piccolo cimitero di Balquhidder, accanto a sua moglie e a due dei suoi figli. E, come si addice ad ogni buona storia scozzese, anche attorno alla tomba di Rob Roy sono nate delle leggende e sono stati avvistati dei fantasmi. Una testimone racconta che “Pioveva a dirotto, quel giorno, un vero e proprio temporale si stava abbattendo sulla zona. Io ero appena uscita dal lavoro e con il mio ragazzo decidemmo per un giretto sulle colline di Balquhidder, quando ci sorprese la pioggia. Il cielo di fece nero d’improvviso e sulla zona calò un buio fitto. Eravamo sul punto di andarcene quando una luce illuminò l’interno della chiesa, alle nostre spalle, ma intorno, non c’era anima viva… Impauriti, stavamo per correre via quando, distintamente, udimmo tra i tuoni un suono sinistro, simile ad una voce umana. Nella radura di fronte apparve l’ombra di uomo: la foschia impediva di vedere, ma sembrava bardato col feileadh mor, il grande plaid marrone, lo sporran e il berretto piumato. Il suono che proveniva dalla sua direzione si fece più distinto: “Stand! And tell me what ye seek in MacGregor country?” (“Fermatevi! Cosa cercate nella terra dei MacGregor?). Inutile dire che siamo fuggiti col cuore in gola verso la macchina, parcheggiata pochi metri più a valle. Non ho più rimesso piede in quel posto”
Per una versione più romanzata della storia di Robert MacGregor, vi consiglio il film “Rob Roy”, diretto da Michael Caton-Jones, in effetti un po’ vecchiotto perché datato 1995, ma molto bello!
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