Tra le quattro abbazie storiche degli Scottish Borders che abbiamo avuto l’occasione di visitare durante il meraviglioso viaggio autunnale nel sud della Scozia, quella di Dryburgh è senza ombra di dubbio la più pittoresca e romantica: i resti di questo antico monastero sorgono infatti in posizione tranquilla e riparata, immersi in un boschetto e situati in mezzo ad una curva naturale del fiume Tweed. Facile capire perchè i monaci scelsero proprio questo luogo per costruirvi la propria casa, il posto ideale dove sentirsi protetti e più vicini a Dio. Una particolarità che salta subito all’occhio visitando Dryburgh è di come, a differenza delle altre tre abbazie vicine, gli edifici un tempo dedicati alla vita dei monaci siano arrivati a noi magnificamenete conservati: passeggiando tra quelle rovine mi sono sentita catapultata nel passato, attraversando gli antichi archi di pietra e salendo scalini scavati dal tempo mi è sembrato di ripercorrere le lunghe e rigide giornate dei monaci e, circondata dal silenzio e dal cinguettio degli uccellini, ho capito perchè Walter Scott amasse così tanto Dryburgh da sceglierla come luogo per il suo eterno riposo.
Dryburgh Abbey fu fondata nel 1150 da un gruppo di monaci premostratensi (caratterizzati dall’abito talare bianco) provenienti dall’Inghilterra, invitati a costruire un’abbazia da Hugh de Moreville che possedeva molti terreni nella zona e che proveniva dalla Normandia: le persone ricche di solito facevano molte donazioni alle strutture religiose in modo da ricevere in cambio un flusso continuo di preghiere che avrebbero garantito loro un posto d’onore nell’aldilà: Hugh stesso divenne un novizio a Dryburgh in età adulta e morì nell’abbazia nel 1162. A differenza delle vicine abbazie, quella di Drybrurgh era meno ricca e potente e, al contrario, più povera, umile e dedita alla preghiera e ad una vita tranquilla e seclusa.
La posizione di Dryburgh, a pochi chilometri dal confine con l’Inghilterra, portò inevitabimente a numerosi scontri e danneggiamenti con i vicini inglesi: il più brutale avvenne nel 1322 quando l’armata di Edoardo II, di ritorno in Inghilterra, udì da lontano i rintocchi della campana dell’abbazia che stavano festeggiando la loro sconfitta e si precipitò a razziarla. In quell’occasione l’intera abbazia venne bruciata. I monaci non si arresero e la costruirono daccapo, più grande e più bella di prima. Ci vollevo quasi 100 anni, i raid inglesi nel frattempo continuarono, e quando la nuova abbazia fu terminata, in qualche anno del 1400, non rimase in uso a lungo: la fine definitiva di Dryburgh si data al 4 novembre 1544 quando un altro raid inglese distrusse la cattedrale e il vicino abitato di Dryburgh. La Riforma Protestante del 1560 diede il colpo di grazia: agli 8 monaci che vivevano nell’abbazia fu permesso di rimanere, dopo che ebbero abbracciato la nuova religione, ma morirono tutti entro il 1600. Fu grazie al Conte di Buchan che i resti di Dryburgh si salvarono arrivando fino ai giorni nostri: nel 1786 egli si prodigò per conservare le rovine e crearci attorno un grande e bellissimo giardino aiutato, pochi anni dopo, dallo scrittore Walter Scott. Oggi Dryburgh Abbey è curata da Historic Scotland.
Ma come si presenta oggi Dryburgh Abbey ai visitatori? La chiesa è un bell’esempio di architettura gotica e saltano subito all’occhio le pietre di arenaria rosa utilizzate nella costruzione. Appena varcata la soglia del piccolo centro visitatori un sentiero conduce tra gli alberi e subito si scorgono alcune lapidi e le poche parti ancora in piedi della chiesa (a dispetto degli edifici del monastero vero e proprio): il presbiterio, parte dell’entrata occidentale e i pilastri della navata centrale. La porta occidentale veniva usata dagli ospiti illustri per accedere alla chiesa mentre le persone comuni utilizzavano una piccola porta di legno posta su di un lato; della navata rimane poco, solo le basi dei pilastri, ma questo era il luogo più importante per i monaci poichè vi trascorrevano la maggior parte del tempo: pensate che dovevano recarsi in chiesa per pregare ben 8 volte al giorno! Il presbiterio era la parte più importante della chiesa poichè vi si trovava l’altare e ci veniva celebrata la Messa. Qui si trovavano anche alcune piccole cappelle dove i monaci potevano ritirarsi individualmente in preghiera e che, nei secoli successivi, sono state usate come luogo di sepoltura per personaggi noti e illustri: è il caso di Walter Scott, scrittore profondamente legato agli Scottish Borders che fu sepolto a Dryburgh nel 1832.

A Sud rispetto alla chiesa si trova il monastero vero e proprio. Salendo i moderni scalini di legno arriverete nel dormitorio: i monaci dovevano essere pronti in chiesa per pregare all’1.30 di notte e per questo il loco dormitorio si trovava così vicino al luogo di culto. E, sempre per questo motivo, le scale che conducevano agli alloggi venivano chiamate “Night Stairs“, le scale notturne. Non c’era privacy e non c’erano agi nella vita dei monaci: dormivano tutti assieme in una grande stanza, ma probabilmente i loro letti erano separati da dei paraventi di legno. Tornando sui vostri passi scendete le scale di pietra per arrivare al chiostro, un tempo coperto ai lati e coltivato come giardino delle erbe al centro. Ai lati del chiostro si trova la casa capitolare (Chapter House) magnificamente conservata: è qui che i monaci si riunivano ogni giorno per leggere un capitolo dell’importante libro di regole per i canonici scritto da S.Benedetto nel VI secolo e ancora oggi in uso. Nella casa capitolare si discuteva anche sul lavoro da fare, sulle decisioni da prendere, sui peccati commessi e relative punizioni. Entrando nella Chapter House di Jedburgh si viene avvolti dalle voci di un coro religioso latino e sembra davvero di fare un tuffo indietro nel passato!


Proseguendo si trovano la Warming Room e la Sala da pranzo. La prima, letteralmente la “camera calda” era l’unica stanza in tutta l’abbazia ad avere un fuoco quindi i monaci vi si recavano per scaldarsi un pò e vi accedavano da delle scale collegate ai dormitori. Accanto alla Warning Room si trova la Stanza dei Novizi dove i nuovi monaci (i novizi appunto) venivano edcuati. Oggi completamente distrutta, la sala da pranzo o refettorio si trovava sul lato meridionale del chiostro: i monaci mangiavano qui, in completo silenzio, due volte al giorno, attorno alle 12 e successivamente alle 19.30. Ma cosa mangiavano? La dieta era prevalentemente vegetariana quindi verdure, pane, uova. Nella parete Ovest del refettorio si trova una bellissima finestra a rosone e, al livello inferiore, c’erano le cantine e le cucine.
Spostandosi oltre al refettorio si possono notare il fossato e la gatehouse: il primo era stato scavato dai monaci non a scopo protettivo ma per far arrivare l’acqua dal fiume Tweed principamente per far portare via le fogne e le immondizie: nei pressi del fossato si trovavano infatti dei bagni e un’infermeria, entrambi andati perduti. La presenza della gatehouse suggerisce che l’abbazia fosse stata chiusa da mura, delle quali pure non rimane alcuna traccia. Per godere pienamente della pace e della tranquillità di Dryburgh Abbey vi suggerisco di fare una passeggiata fino giù al fiume, velocemente raggiungibile dalle rovine.
COME RAGGIUNGERE DRYBURGH ABBEY
Dryburgh Abbey è raggiungibile in auto da Edimburgo in poco più di un’ora: visitare questa e le altre storiche abbazie degli Scottish Borders in giornata partendo dalla capitale è un’ottima idea! Con i mezzi pubblici si può prendere un autobus diretto in partenza da Edimburgo, il 51 di Border Buses direzione Jedburgh, che in due ore vi lascerà alla fermata “Agricultural College” di Newtown St.Bosell. Da qui dovrete camminare per circa una ventina di minuti per raggiungere l’abbazia. Se pernottate nei dintorni, ci sono bus diretti da Galashiels, Melrose, Jedburgh e Kelso.
TICKETS E ORARI DI APERTURA (Aggiornati a gennaio 2020)
Dryburgh Abbey è aperta al pubblico
– Tutti i giorni dalle 9.30 alle 17.30 (ultimo ingresso alle 17) dal 1 aprile al 30 settembre
– Tutti i giorni dalle 10 alle 16 (ultimo ingresso 15.30) dal 1 ottobre al 31 marzo
Rimane invece chiusa il 25 – 26 dicembre e 1 – 2 gennaio
Ticket di ingresso:
- Adulti: 6£
- Bambini 5-15: 3.60£
- Under 5: gratis
- 60+: 4.80£
Per verificare l’apertura e i prezzi dei biglietti vi invito a visitare il sito ufficiale di Historic Environment Scotland.
Visto che è raggiungibile da Edimburgo me la segno, così come le altre perchè sono luoghi immersi nella storia e nella natura, troppo affascinanti per perderli! Bellissime foto Bea, poi con i colori autunnali ancora più suggestive ❤
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Secondo me ti piacerebbe un sacco Ilaria! Anche tutta la zona dei Borders! In autunno era un sogno: i colori, la luce… il fatto che non ci fosse nessuno in giro. Perfetto!
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Non me lo direeeee 😂😍😍
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